I coltelli sono usciti nell’alleanza di estrema destra di Meloni

I progressi nei colloqui sul vincitore delle elezioni italiane aprono la strada alla formazione di un governo di estrema destra dopo la vittoria elettorale di Giorgia Meloni. Il suo partito, i “Fratelli d’Italia”, si prepara a passare dall’opposizione al governo e ad affrontare i veri problemi della gestione del potere. L’elezione del nuovo Presidente del Senato, discendente di un potere esecutivo

I giorni dell'”innocenza” stanno finendo per il politico italiano che aspettava il momento giusto per salire al potere. Per tutto questo periodo, il suo partito è rimasto in opposizione per affrontare qualunque governo formato e raccogliendo l’insoddisfazione popolare. Meloni utilizza sistematicamente e insistentemente un linguaggio semplificato che ogni italiano può comprendere per esprimere frustrazione e rabbia in tempi di crisi economica, soprattutto in tempi di pandemia.

Consapevolmente o meno, Meloni è un sostenitore di una nuova tendenza nel panorama politico italiano. Con la sua opposizione alle politiche economiche dell’Unione Europea e l’incarnazione di un nazionalismo economico patriarcale, ha dato un volto al neofascismo emergente in Italia. Certo, il ritorno al vecchio e familiare percorso del nazionalismo italiano è totale, con Meloni che attacca di tutto, dagli immigrati a ogni LGBTQI.

Ora, tuttavia, a Meloni viene chiesto di governare insieme al populista estremo Matteo Salvini e al magnate esplosivo Silvio Berlusconi. L’alleanza delle varie manifestazioni della destra non si sa cosa porterà. Infine, il processo di elezione del Presidente del Senato è tipico del percorso che intraprenderanno i futuri partner della destra e dell’estrema destra italiana.

Diversi funzionari del partito di Berlusconi si sono rifiutati di eleggere il “lupo grosso” dell’estrema destra Ignazio La Russa, che è stato comunque eletto presidente del Senato italiano. Il ritiro dell’appoggio a La Russa, il cui padre era iscritto al Partito Fascista di Mussolini, ha certamente un elemento di riconciliazione vista l’imminente distribuzione degli incarichi ministeriali della nuova alleanza.

Naturalmente, il continuo aumento dei prezzi dell’energia e il conseguente impatto sulla popolazione forniscono il quadro per il movimento della fragile alleanza, mentre l’Unione Europea sembra pronta a dominare la transizione dell’Italia dal governo del tecnocrate Mario Draghi allo sconosciuto Meloni.

Giacinta Lettiere

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