La Fiat Ferroviaria Littorina, con la quale si viaggia indietro nel tempo, è stata la vettura italiana più apprezzata del XX secolo.
Durante la fine degli anni ’20 e l’inizio degli anni ’30, la necessità di un trasporto rapido da città a città di passeggeri con poco o nessun bagaglio aumentò in modo significativo nei paesi più grandi d’Europa. Ciò ha portato alla creazione di un nuovo tipo di treno nel vecchio continente, comunemente chiamato “carrozze». La loro caratteristica principale era l’abitacolo unico con sedili qua e là, compreso il guidatore, oltre all’utilizzo di set meccanici a combustibile liquido per il loro movimento. Inizialmente, questi progetti sembravano autobus che correvano su rotaie, come i tedeschi “autobus ferroviario“e i francesi”Micheline” (un’eccezione era dal punto di vista del design Bugatti Autorail, lanciato nel 1933). Un po’ più a sud, in Italia, però, alcuni costruttori avevano previsto gli sviluppi imminenti e si erano mostrati preparati ad affrontarli con diversi anni di anticipo.
Già nel 1921 gli ingegneri della “Fiat Ferroviaria” (quattro anni prima come reparto materiale ferroviario della “Fabbrica Italiana Automobili Torino») ha sperimentato una nuova forma, costruendo qualcosa tra un’auto e un camion che correva su rotaie, utilizzando motori a benzina. Ma questa prima build è rimasta nella fase di prototipo. Tre anni dopo, la divisione ferroviaria della Fiat presentò la prima automotrice al mondo, la “TA 150”, con motori diesel da 150 CV e la destinazione principale era l'(allora) colonia italiana della Somalia. Contestualmente, l’impianto presentava il “TA 200 Petrole Electric” da 200 CV, che utilizzava un motore a benzina ed energia elettrica per alimentarlo. Nel 1926 iniziò lo sviluppo della “TA 150”, che culminò nella Fiat “TA 280” da 280 CV, prodotta in varie versioni.
L’idea matura…
Nel 1931 la “Fiat Ferroviaria” (allora tecnologicamente avanti rispetto ai connazionali) presentò il modello “ALb 25”, un pullman da 25 posti con motore a benzina, entrato in servizio sulla direttrice Foggia -Cerignola. Quest’ultimo apparteneva sicuramente alla rete dell’ente “Ferrovie dello Stato”, che dal 1905 ha mantenuto, migliorato e gestito le linee ferroviarie italiane. Questo fu presto seguito dal più grande “ALb 48”, che, come suggerisce il nome, poteva trasportare 48 passeggeri. I primi modelli erano unidirezionali e richiedevano un processo complesso per guidare nella direzione opposta, ma l’azienda ha installato rapidamente comandi a doppia cabina. Le suddette e successive vetture della stessa generazione adottarono come denominazioni ufficiali la sigla FS (“Ferrovie dello Stato”), prima della seconda mescola, che ne indicava le particolari caratteristiche, che però ben presto nessuno usò più. Vediamo perché…
littorina
Anche se a soli 62 chilometri da Roma, nella regione amministrativa del Lazio, Littoria è una città con una storia di soli 85 anni. Fu fondato il 30 giugno 1932, per commemorare la bonifica della palude che lo circondava, mentre il 18 dicembre dello stesso anno fu inaugurato con tutta la solennità del regime fascista. A causa di questo peccato fu ribattezzata Latina nel 1946, ed è così che è conosciuta ancora oggi. Poche settimane prima dell’inaugurazione della città, un’automotrice “ALb 48” viaggiava a 118 chilometri orari sul nuovo collegamento ferroviario, e ovviamente era presente anche durante i sontuosi festeggiamenti, dove era presente anche il dittatore Benito Mussolini. Da allora ha acquisito il diminutivo “Littorina”, che ha sostituito le iniziali “FS” nella coscienza del mondo. Lo stesso accadde nei decenni successivi alla riunificazione con le successive versioni “ALn 56” e “ALn 556”, ma alla fine con l’intera serie di questi treni.
I codici e come li sveliamo
In linea di principio, “AL” designa tutte le costruzioni di metropolitana leggera. La seguente lettera minuscola (nel nostro caso “n”, “b”, “g” ed “e”) designa la materia attraverso la quale si ottiene l’energia cinetica, come segue: n=diesel, b=benzina, g= gas , e = elettricità. Per i veicoli rimorchiati senza motore, il codice “AL” è sostituito dalla lettera “L”. Se l’autobus è dotato di bagagliaio, la lettera “D” viene aggiunta dopo “AL” (o “L”) e prima della successiva lettera minuscola. Allo stesso modo, la lettera “U” indica la casella postale, e “H” la presenza di un congelatore per il trasporto di merci deperibili. E naturalmente ci sono altre suddivisioni.
distribuzione e prestazioni
Il 31 luglio 1933 venne utilizzata per la prima volta la vettura “ALb 48”, il motore a benzina da 48 posti. Il successo fu immediato, quindi quattro anni dopo la flotta delle Ferrovie dello Stato (FS) aveva già raggiunto le 250 unità e ci riferiamo solo a quelle prodotte dalla Fiat. Secondo i dati dell’epoca, la Littorina percorreva circa 41.000 chilometri al giorno e trasportava passeggeri sul territorio italiano. Nel 1938 erano tre i collegamenti giornalieri sulla direttrice Torino-Milano per la “ALn 40” (diesel 40 posti), che copriva in 1 ora e 24 minuti la rotta tra le due città più importanti del nord Italia e si sviluppò parecchio ad una velocità di 130 km/h. È andata ancora meglio con la Littorina “ALn 56”, considerata il modello più importante di questa straordinaria serie di treni. La produzione totale ha superato le 200 unità (110 Fiat, 90 Breda, 3 Ansaldo). Altrettanto successo fu la versione ALn 772, prodotta dal 1937 al 1957 in 327 esemplari (100 Fiat, 219 OM, 8 edizioni speciali) e terminò la sua carriera sulla rete ferroviaria polacca nel 1986.
La piccola Littorina è stata ampiamente utilizzata da Fiat Ferroviaria, che ovviamente cercava il successo commerciale per il proprio prodotto. Successivamente, l’auto ha mantenuto il suo simpatico soprannome e ha servito le esigenze di trasporto della società in alcuni paesi del terzo mondo fino quasi alla fine degli anni ’70 e anche oltre.
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