7 motivi per guardare il Tour de France, nel cuore del gruppo, la nuova serie di eventi Netflix

Dopo la Formula 1, Netflix si dedica al ciclismo e alla corsa ciclistica più importante del mondo, il Tour de France. Gli otto episodi iniziano in onda giovedì 8 giugno alle 9:00.

Anche se hai trascorso decine di ore estive davanti alla televisione, non hai mai visto il Tour de France. Questo giovedì, Netflix lancia la sua serie di documentari “Tour de France, In the Heart of the Peloton”, una versione a due ruote dell’ormai famoso “Drive to Survive”. Otto puntate per vivere o rivivere il Tour de France 2022 e che riesce a raggiungere i fan della Grande Boucle ma anche i neofiti per nulla abituati a strategie di corsa diverse. Sette motivi per guardare la serie.

Perché ti fa venire voglia di guardare il Tour de France, anche se non hai idea di ciclismo

È stata una sfida da parte dei produttori e da quel punto di vista è un successo: la serie si prende il tempo per spiegare come funziona una squadra di ciclisti, il ruolo di un leader e dei membri della squadra, e come viene eseguito uno sprint. Sottolineando gli headliner (Wout van Aert, grande star del Tour de France e del documentario) e la loro umanità, tutti i nuovi arrivati ​​che hanno visto in anteprima il documentario da allora hanno voluto vedere il tour il 1° luglio.

E se avete seguito bene l’ultimo Tour de France, vi godrete la puntata dedicata alla tappa di Granon, una delle più folli degli ultimi 20 Tour de France, particolarmente ben raccontata. Il nostro unico rammarico è l’assenza della squadra del Team Emirates e del suo leader Tadej Pogacar, un’altra figura santa, dal documentario.

Per le capre di Pinot e la sedia da gioco di Gaudu

Sei abituato a vederli con i caschi, dietro grandi occhiali, bloccati nel gruppo o ripresi da dietro in fuga. Ma in un universo piuttosto segreto, la serie ci permette di vedere i ciclisti nella loro vita quotidiana. Scopriamo Thibaut Pinot nella sua fattoria a Melisey, con le sue capre, o David Gaudu sulla sua sedia da gioco, in diretta su Twitch. I due leader di Groupama-FDJ sono tra i piloti più in evidenza nel documentario.

Per “Jasper il disastro”

Il velocista belga Jasper Philipsen, che con un po’ di umorismo si è dato il poco glorioso soprannome di “Jasper the Disaster” (Jasper the Desaster), è uno degli eroi un po’ involontari della serie. Innanzitutto per la sua coccarda (alza le braccia e pensa di vincere una tappa se arriva secondo), per la franchezza con cui condivide dubbi e difficoltà, ma anche per la folle pressione che i suoi capi gli esercitano. della squadra Alpecin-Fenix, non necessariamente molto simpatico.

Per il revival di Fabio Jacobsen

Tutti gli appassionati di ciclismo ricordano l’orribile caduta in Polonia che ha quasi causato la morte di Fabio Jacobsen quando è stato gettato oltre i binari a più di 70 km/h dopo essersi scontrato con Dylan Groenewegen. Come i nuovi arrivati, scoprirai la faccia rotta di Fabio Jacobsen dopo più di 130 punti di sutura e molteplici interventi chirurgici al viso. A differenza della serie sulla Formula 1, questa serie non riguarderà il contrasto tra Jakobsen e Groenewegen, ma piuttosto la strada tortuosa di Jakobsen verso il suo ritorno ai massimi livelli. Con momenti di intensa emozione.

Per aver imprecato in olandese nell’auto Jumbo Visma

Questo è uno dei punti salienti di questo Tour 2022: la tappa di ciottoli, temuta da quando è stato annunciato il percorso del Tour: “Non puoi vincere il Tour sui ciottoli, ma puoi perderlo lì”, ha detto l’ex corridore e consigliere Steve Chainel spiega nello show.

Qui gli olandesi Jumbo-Visma hanno voluto impensierire lo sloveno Pogacar, che ha scoperto il pavé ed è troppo leggero per gareggiare nella Parigi-Roubaix. Solo che niente è andato come previsto e le scene tragicomiche nelle auto dei direttori sportivi Jumbo-Visma sono un corso accelerato di imprecazioni olandesi.

Per l’umorismo ironico di Geraint Thomas

Il gallese, veterano del team Ineos, è una figura chiave in questo nuovo sport del ciclismo, dove le stelle sono spesso 15 anni più giovani dell’ex vincitore del Tour 2018. Geraint Thomas non è sfuggito alla sfortuna durante la sua carriera e vanta molto di umorismo e una finissima analisi della gara, che condivide al massaggio serale. Per coloro che volevano lasciare la serie affamati, si è allegramente sintonizzato su un podcast quotidiano che copriva la sera di ogni tappa del Giro d’Italia, dove è arrivato secondo per 14 piccoli secondi.

Perché il ciclismo è un vero sport di squadra

“Se questa serie riuscirà a dimostrare che il ciclismo è uno sport di squadra, ne sarei felice.” Questa è la conclusione di Richard Plugge, capo di Jumbo-Visma, e la grande lezione della serie per il grande pubblico: la solidarietà tra Sénéchal e Jakobsen, gli sguardi tra Vingegaard, il leader, e Van Aert, il membro del luxury team, quando chiede un buono d’uscita per giocarsi la vittoria di tappa. È in questi momenti di sofferenza, dubbio e solidarietà che “At the heart of the ploton” dispiega tutta la sua potenza, ed è questo che lo separa da “Drive to Survival”.

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Casimiro Napolitani

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