Contropiede italiano per la Commerzbank tedesca

Sorprendentemente, l’italiana UniCredit ha acquisito un’ulteriore partecipazione in Commerzbank senza consultare Berlino. Intervento di Soltz da New York

Sorprendentemente, l’italiana UniCredit ha acquisito un’ulteriore partecipazione in Commerzbank senza consultare Berlino. Intervento di Soltz da New York.

Non solo continua, ma cresce anche il poker intorno alla banca italiana UniCredit, che apparentemente sta cercando di rilevare la tedesca Commerzbank con misure insolitamente aggressive. Solo pochi giorni fa gli italiani hanno annunciato l’acquisto di una quota del 9% nell’istituto di credito tedesco. Venerdì hanno detto che non avevano fretta di subentrare, ma lunedì hanno improvvisamente annunciato di aver acquisito un’altra quota, per cui ora possiedono il 21% delle azioni della Commerzbank. Secondo il management di UniCredit a Milano, l’ulteriore partecipazione sarebbe stata acquisita attraverso “strumenti finanziari” non nominati. La Frankfurter Allgemeine Zeitung (FAZ) parla di “insulto al governo federale”.

Con questo passo gli italiani diventano il maggiore azionista. Lo Stato tedesco ha una quota del 12%. e ha chiarito che non sono disposti a vendere altre azioni. Ma UniCredit ha già chiesto all’Autorità bancaria europea il via libera per aumentare la propria quota in Commerzbank al 29,9%. Tuttavia, gli analisti stimano che la prossima mossa degli italiani sarebbe quella di assicurarsi una quota totale del 25% per ottenere una minoranza di blocco.

“Comportamento aggressivo” e “ostile”

Dalla lontana New York, dove partecipa ai lavori dell’Assemblea Generale dell’ONU, il Cancelliere Olaf Scholz è intervenuto sul caso e ha sottolineato che la tattica aggressiva di UniCredit “senza alcuna cooperazione, senza alcuna consultazione” è stata un “atto ostile” e certamente “Non è il comportamento appropriato in Europa”.

Fonti della Cancelleria avevano precedentemente riferito all’agenzia di stampa tedesca (dpa) che Berlino “sostiene una strategia che garantisce l’indipendenza della Commerzbank” e quindi “non sostiene” l’acquisizione. Hanno anche notato che questa posizione è stata “notificata a UniCredit”.

“Si tratta chiaramente di un’acquisizione ostile”, ha affermato Thomas Hartmann Wedels, professore di gestione bancaria all’Università di Colonia, su ARD, sottolineando che né Berlino né l’attuale direzione di Commerzbank erano informate delle iniziative di UniCredit. Tuttavia, egli ritiene che “il tentativo di acquisizione fallirà perché non potrà essere attuato contro la volontà del governo federale”.

Pericolo di licenziamenti di massa?

Anche i sindacati si sono pronunciati contro una possibile scalata per due motivi: primo, perché Commerzbank svolge un ruolo chiave nel finanziamento delle piccole e medie impreseche costituiscono la “spina dorsale” dell’economia tedesca. In secondo luogo perché si teme licenziamenti di massa. “Se l’accordo dovesse andare in porto, c’è il rischio che due terzi dei posti di lavoro vadano perduti”, avverte il capo del sindacato dei lavoratori della Commerzbank, Uwe Chege. Oggi La banca impiega 38.700 persone in tutto il mondodi cui 25.000 in Germania.

I sindacati citano come “precedente negativo” l’acquisizione della tedesca HypoVereinsbank (HBV) da parte di UniCredit nel 2005. All’epoca la HBV impiegava 26.000 persone in Germania. Oggi non sono più di 9.500, mentre lo scorso febbraio la rivista finanziaria Manager Magazin parlava di un’imminente ondata di 700-800 nuovi licenziamenti.

dpa, APTN, Handelsblatt, FAZ

Giacinta Lettiere

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