ROMA, ITALIA (04/FEB/2016).- Una bambina siriana di sette anni che soffre di una rara forma di malattia
cancro arrivò in Italia, il primo di mille
rifugiati trasportato in questo paese come parte di un progetto umanitario pilota volto a scoraggiare le persone dall’intraprendere pericolosi viaggi marittimi.
Falak al Hourani, i suoi genitori e il fratello di sei anni sono arrivati con un volo commerciale all’aeroporto internazionale Leonardo Da Vinci grazie alla
progetto “corridoio umanitario” avviato dall’organizzazione cattolica Comunidad Sant’Egidio e dalla Federazione delle Chiese evangeliche d’Italia.
Entrambi i gruppi hanno esercitato pressioni sul governo italiano affinché concedesse 1.000 visti umanitari a rifugiati particolarmente vulnerabili nei campi in Libano, Marocco ed Etiopia. Hanno portato qui circa un milione e 300mila euro necessari per pagare i visti, il trasporto e l’alloggio mentre vengono esaminate le loro domande di asilo.
I gruppi hanno programmato una conferenza stampa all’aeroporto una volta presentati i documenti della famiglia.
IL
famiglia Al Hourani è fuggito dalla sua casa a Homs, in Siria, quasi tre anni fa e si è stabilito a Tripoli, nel nord del Libano. Falak soffre di retinoblastoma, un tumore della retina, e ha dovuto farsi asportare un occhio all’American Hospital di Beirut. Ora ha bisogno della chemioterapia, hanno detto funzionari di Sant’Egidio.
Alla vigilia della sua partenza, la madre di Falak, Yasmine, ha detto di aver accolto con favore l’opportunità per sua figlia di ricevere le cure di cui ha bisogno.
“È possibile che l’infiammazione ricompaia nell’altro occhio e, in questo caso, bisognerà rimuoverla”, ha detto nella sua casa di Tripoli. “Non esiste alcun trattamento per le vene degli occhi qui.”
Falak sarà probabilmente curato all’ospedale romano Bambino Gesù, di proprietà del Vaticano.
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