TORNEO 6 NAZIONI 2023 – A pochi giorni dall’inizio del Torneo 6 Nazioni, le ambizioni delle singole squadre si fanno sempre più chiare. Anche se l’Italia è rimasta all’ultimo posto della competizione per sette edizioni consecutive, ci sono molti spiragli di speranza grazie ad una giovane generazione di talento. Guidata da Paolo Garbisi (22 anni), Ange Capuozzo (23 anni) e Stephen Varney (21 anni), la Squadra Azzurra spera di sorprendere le maggiori nazioni nel 2023.
Rugby italiano: un deficit difficile da recuperare
Prima di parlare del futuro della selezione italiana è importante dare uno sguardo agli ultimi anni. Integrato nel nel 2000 VI. Torneo delle Nazioni (ex V Nations con Scozia, Irlanda, Inghilterra, Galles e Francia) L’Italia non è mai riuscita a tenere il passo delle capoliste europee, almeno non con regolarità. In 22 presenze, gli italiani sono finiti all’ultimo posto 17 volte, di cui 11 senza vittorie. Le migliori prestazioni del rugby italiano in questo torneo sono arrivate nel 2007 e nel 2013, quando la selezione transalpina si classificò 3°. Ma allora perché gli italiani non hanno mai capito come fare il guastafeste contro l’élite del rugby europeo?
Una domanda che si pone all’inizio del torneo ogni febbraio da 22 anni. Tuttavia, in Italia, i migliori giocatori gareggiavano tra loro e convivevano anche per lunghi periodi. Che sia quello iconico Sergio Parisse (numero record di selezioni a 142), Martino Castrogiovanni (119 selezioni), Mauro E Mirco Bergamasco (106 e 89 selezioni) o anche Alessandro Zanni (119 partite internazionali), il XV italiano ha potuto sempre contare sui suoi leader. Tuttavia, giocatori di questo calibro non sono mai stati abbastanza numerosi per competere contro nazioni che essenzialmente hanno i giocatori di punta dei migliori club europei nell’undici titolare.
Martin Castrogiovanni e Sergio Parisse, simboli della vecchia generazione del rugby italiano – Photo Icon Sport
Risultati incoraggianti dal 2022
Questo ritardo, accumulato negli anni, ha portato addirittura a una questione ancora dibattuta: si dovrebbe optare per il Campionato, il Torneo B (che attualmente riunisce Spagna, Georgia, Olanda, Portogallo, Romania e Russia), un up -down -Introdurre il sistema? Se la legittimità della partecipazione dell’Italia al VI. Il torneo nazionale è quindi in discussione da diversi anni, ma le recenti prestazioni sembrano confermarlo.
Nonostante siano arrivati ultimi al termine del torneo, gli azzurri hanno infatti ottenuto un risultato storico battendo il Galles al Principality Stadium (21-22, la seconda volta nella storia del rugby italiano contro i gallesi). In linea con questa prestazione è il Squadra Azzurra La vittoria casalinga contro l’Australia lo scorso novembre ha colpito ancora più duramente.
Nuovi manager in posizioni chiave
Se tali prestazioni sono state raggiunte in un periodo di otto mesi, è in parte grazie ai giovani giocatori di talento che si assumono le loro responsabilità in questa squadra. Ci sono esattamente tre giocatori sotto i riflettori: Paolo Garbisi (Monptellier), Angelo Capuozzo (Tolosa) e Stefano Verney (Gloucester). Nel loro insieme simboleggiano una generazione del rugby italiano che vuole (finalmente) brillare tra le élite europee, estinguendo i vecchi demoni che affliggono ogni apparizione durante il VI. Torneo delle Nazioni. Con una generazione come questa, l’ombra permanente del cucchiaio di legno (un termine che significa che una squadra ha perso tutte le partite del torneo) potrebbe rapidamente schiarirsi.
Angelo Capuozzo – Italia – Foto Icona Sport
In teoria, la spina dorsale di una squadra di rugby è costituita dal tallonatore (numero 2), dal difensore centrale (numero 8), dal mediano di mischia (numero 9), dal mediano d’apertura (numero 10) e dal mediano di difesa (numero 15). ). A rigore, le suddette tre pepite del rugby italiano occupano tre di queste posizioni chiave, uno dei segnali che spiegano la nascita della solidità della rosa.
Una generazione d’oro che ha già preso il sopravvento
Il primo, Paolo Garbisiè noto dal campionato francese. Il campione francese in carica è giocatore del Montpellier dal 2021 e in questa stagione ha giocato 11 partite tra le prime 14, di cui 10 da titolare. La sua visione di gioco e il suo supporto devastante sono qualità che non mancano mai di sorprendere le difese avversarie. È davvero un agarico muscario che non esita a correre rischi per aprire il primo sipario, che gli ha portato molti successi personali. L’esperienza maturata con i campioni di Francia in carica lo aiuterà inevitabilmente a guidare l’Italia nei prossimi anni.
Il secondo, Angelo Capuozzo è conosciuto e apprezzato anche in Francia, da un lato per le sue origini francesi (nato a Grenoble e formatosi nel club della città dell’Isère), ma soprattutto per il suo talento unico, che gli ha permesso di essere ingaggiato dallo Stade Tolosa l’estate scorsa. Nella vittoria contro il Galles, è stato proprio questo giovane terzino ad attraversare tutto il campo per offrire al connazionale la meta vincente su un piatto Edoardo Padovani. Se questa prestazione lo ha fatto conoscere al grande pubblico, la sua stagione 2021/2022 in Pro D2 con il Grenoble è stata già notevole. Votata Rivelazione dell’anno 2022 da World Rugby, Capuozzo è unico grazie al suo ritmo veloce e ai ganci imprevedibili. E’ senza dubbio il simbolo di questa nuova generazione del rugby italiano.
Che anno ha passato Ange Capuozzo 🥵
tè @Federugby È stato nominato il terzino #WorldRugbyAwards Premio Giocatore rivoluzionario dell’anno maschile di 15 anni 👏 pic.twitter.com/qShvExkI54
– RUGBYcomau (@rugbycomau) 18 novembre 2022
Finalmente, Stefano Verneyl’esplosivo mediano di mischia è anche il simbolo di questa rinascita. Il gallese attualmente gioca per la squadra inglese del Gloucester e si è già affermato come giocatore titolare in Italia. Imprevedibile con la palla in mano, è anche capace di eroismi individuali, soprattutto quando esce da una ruck quando nessuno se lo aspetta. La sua complementarità con Garbisi permette all’Italia di orchestrare il gioco offensivo disponendo allo stesso tempo di mezzi aggiuntivi per sorprendere l’avversario.
Ma se questa squadra inizia quest’anno con speranza, è anche perché la sua rosa è completa in altri ruoli. Le presenze di Sebastiano Negri (seconda o terza riga), Michele Lamaro (terza riga), Monty Ioane (Centro), i fratelli Cannone (Niccoló in seconda fila e Lorenzo in terza fila) o addirittura Edoardo Padovani (back) sono vitali per l’equilibrio di questa squadra. Forse è proprio grazie a questa forma di omogeneità, veicolata da una generazione d’oro, che si caratterizzò il XV secolo. L’Italia può sognare nei prossimi anni.
Lui è il CT Kieran #Crowley Dichiarata la lista dei 3⃣4⃣ Azzurri convocati per la giornata di 📍Verona in programma dal 22 al 27 Gennaio, in preparazione alla @SixNationsRugby 2023 ➡ https://t.co/lRR43Dgh2G#insieme #rugbypassioneitaliana pic.twitter.com/DMJErpYaVN
— Italrugby (@Federrugby) 10 gennaio 2023
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