Arnaud Démare si gode la vittoria durante la 13a tappa del Giro d’Italia a Cuneo, 20 maggio 2022 Fabio FERRARI
Arnaud Démare (Groupama-FDJ), vincitore per la terza volta dall’inizio del Giro, si è sentito “in vantaggio al momento” ma senza “affermare” di essere il miglior velocista a Cuneo venerdì a segnare il mondo.
DOMANDA: Ti consideri il miglior velocista del mondo?
RISPOSTA: “A volte sì, ma lo sprint è dall’oggi al domani. Sono io quello in vantaggio in questo momento, ma non sto fingendo di dire di essere il migliore. Anche la spirale gioca molto. La fiducia per me è un punto di forza, quando dubito rimuginio, penso troppo, invece di lasciare parlare l’istinto o il talento, voglio giocare la pretesa, aspetto lo sprint perfetto, poi mi dico + buon divertimento Arnaud, fidati del tuo compagni di squadra + e funziona”.
D: Come ti senti dopo quello scatto allo sprint?
A: “Sono davvero esausto, è raro che mi rompa dopo il traguardo. È stata una giornata difficile per tornare in fuga. I miei compagni di squadra hanno fatto un lavoro eccezionale per rientrare, abbiamo ottenuto questa vittoria lavorando insieme Il treno è stato eccezionale, siamo stati piazzati a 1.500 metri, siamo stati in grado di allungare le staffette, trasportare pesanti Miles (Scotson), Ramon (Sinkeldam) e Jacopo (Guarnieri) hanno fatto un ottimo lavoro ma mi piace l’arrivo di questo ragazzo. +Kono+ (Konovalovas), Ramon e Jacopo quest’anno hanno raggiunto la scadenza del contratto, hanno dimostrato di essere al livello, spero che abbiano notizie”.
D: Come sei sopravvissuto a quell’inseguimento dietro la fuga?
R: “È molto stressante. Abbiamo informazioni ogni cinque o dieci chilometri, abbiamo il ritorno di Sébastien Joly (direttore sportivo, ndr) in macchina, i benchmark nelle nostre teste, facciamo il calcolo velocemente rispetto a un minuto ogni 10 chilometri. Siamo tornati molto lentamente, c’era un grande vuoto da colmare. Hanno fatto un numero in avanti perché era molto difficile nella parte posteriore. Ci siamo dovuti adattare a quanto previsto al briefing. Abbiamo messo Tobias (Ludvigsson) e Ignatas (Konovalovas) prima (per contribuire). L’obiettivo non era più avere il set ideale, ma tornare in fuga. Anche le altre squadre hanno fatto un ottimo lavoro. Quando siamo soli, è chiaro che la fuga va fino in fondo.
Raccolti in conferenza stampa
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