L’ultima goccia è stata l’intervista di Sergei Lavrov al canale privato italiano Rete 4 domenica scorsa.
La RAI statale e le quattro maggiori emittenti televisive private italiane sono già state criticate per aver incluso regolarmente giornalisti russi nei loro notiziari per discutere della guerra con i loro omologhi italiani.
Le reazioni si sono intensificate dopo l’intervista di Lavrov, la prima alla televisione europea dall’invasione russa, e il Parlamento ha disposto un’indagine sulla “disinformazione” della televisione italiana.
In particolare, la commissione parlamentare per la sicurezza della repubblica, che sovrintende ai servizi segreti, ha chiamato i vertici della televisione pubblica italiana, del servizio di sicurezza dello Stato e dell’autorità di regolamentazione delle comunicazioni.
La commissione indagherà su “interferenze straniere e disinformazione… con particolare riferimento alla guerra tra Russia e Ucraina”.
Mentre alcuni commentatori pensano che entrambe le parti del conflitto dovrebbero essere ascoltate, altri condannano il fatto che ai propagandisti russi venga concesso il tempo della TV.
I critici affermano che il giornalista che ha intervistato Lavrov non ha respinto né interrotto il ministro russo. Alcuni hanno detto che l’intervista non avrebbe dovuto nemmeno aver luogo, in cui Lavrov ha affermato, tra le altre cose, che Hitler aveva radici ebraiche, provocando l’ira di Israele.
Mario Draghi ha detto che il giorno successivo l’intervista “non è stata molto buona”, mentre Enrico Letta, leader del partito di centrosinistra italiano, ha criticato il giornalista che ha concluso l’intervista e si è congratulato con Lavrov e il canale per la loro propaganda anti-ucraina che l’intervista era una “vergogna per l’Italia”.
“Bel lavoro, signor ministro #Lavrov“. L’abisso. Ciò che è più grave è che, al contrario, la propaganda guerrigliera contro la guerra se la cava con pochi punti. Cerchi qualcosa che non è possibile, non accettabile? E qual è uno di loro per interesse? #Retequattro
– Enrico Letta (@EnricoLetta) 2 maggio 2022
Alcuni esperti e commentatori si rifiutano ora di partecipare ai telegiornali della televisione italiana, protestando all’epoca data alla propaganda russa.
Natalie Tocchi, direttrice dell’Istituto italiano per gli affari internazionali, ha rifiutato di apparire nel programma televisivo di martedì in cui avrebbe avuto un interlocutore con un funzionario del ministero della Difesa russo, dicendo che “non voleva essere complice della disinformazione”.
Quella di Rete4 con Lavrov non è la prima tv europea a ospitare il ministro degli Esteri russo Esther.
Reg un regalo: è un assolo così che si può definire una “intervista” che termina con “Buon lavoro Ministro Lavrov”.– Lia Quartapelle (@LiaQuartapelle) 2 maggio 2022
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