Il Presidente della Repubblica, Sergio Matarella, ha chiesto al ministero delle Finanze di ridurre la retribuzione che dovrebbe percepire per la carica che occupa, di un importo di sessantamila euro annui e di portarla al livello della pensione dei professori universitari.
L’importo lordo del suo stipendio sarà di 179.835 euro, invece dei 239.182 che gli sarebbero dovuti per legge. Ha anche rinunciato al previsto aumento dei “salari” per quest’anno, che dovrebbe seguire la crescita dei prezzi al consumo e che dovrebbe raggiungere i 16mila euro di importo lordo annuo.
Matarella ha fatto una mossa del genere all’inizio del mandato precedente nel 2015 e, poiché il mandato ripetuto è ora iniziato, avrebbe dovuto ripetere la decisione, cosa che ha fatto. Nel pubblico locale, questo è considerato un gesto atteso da un uomo d’onore con il quale ha voluto dare un esempio personale a tutti coloro che percepiscono uno stipendio dalla pubblica amministrazione, e che raggiunge somme davvero enormi.
Tuttavia, il sistema di ricompensa dei burocrati locali, cioè delle caste politiche, è così complesso, confuso e contorto che è difficile aspettarsi che qualcun altro segua l’esempio del Presidente, soprattutto perché un approccio di questo tipo implica un’invidiabile credibilità morale che è non molto bene in questo strato della società italiana. Il fatto che l’aumento dei salari ufficiali, che è accompagnato da un aumento dei prezzi, sia applicato proporzionalmente, è di per sé indicativo: gli aumenti maggiori saranno concessi a quelli con i salari più alti, il che significa che sono socialmente i più minacciati.
Secondo le leggi recentemente varate, il presidente Matarella non beneficerà del sostegno vitale che lo seguirà oltre a tutte le altre entrate, grazie al fatto che è stato deputato al parlamento italiano in ben sette convocazioni.
Matarella, 80 anni, ha accettato un secondo mandato presidenziale dopo che i partiti italiani non sono riusciti a trovare un accordo su un successore, dicendo di sentirsi responsabile della pandemia in corso e degli sforzi per rilanciare l’economia. È stato rieletto presidente il 29 gennaio di quest’anno. L’elezione assicurò la sopravvivenza dell’attuale governo italiano guidato da Mario Draghi, probabilmente fino al termine del mandato del prossimo anno.
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