Ex Ilva, Corte di Giustizia Ue: Se un impianto è pericoloso per l’ambiente e la salute bisogna fermarlo

2 ore fa

Se costituisce una minaccia grave e rilevante per l’ambiente e la salute umana, i lavori dell’ex acciaieria Ilva di Taranto vanno fermati, ma la valutazione spetta al tribunale di Milano. Lo leggiamo nella sentenza della Corte di Giustizia Europea, che ricorda come la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha stabilito nel 2019 che le acciaierie avevano un impatto negativo significativo sull’ambiente e sulla salute dei residenti di questa regione. . “Dal 2012 sono state pianificate diverse misure per ridurre gli impatti, ma i termini per la loro attuazione sono stati posticipati più volte. Numerosi abitanti di questa regione intentarono causa al tribunale di Milano contro la continua esistenza delle ferriere. Sostenevano che le emissioni compromettevano la loro salute e che l’impianto non era conforme ai requisiti della direttiva sulle emissioni industriali”, continua la decisione. Il tribunale di Milano, si legge ancora nel testo, “si è chiesto se la normativa italiana e le specifiche deroghe applicate all’Ilva per garantirne la continuità fossero in contrasto con la direttiva” e ha quindi rimesso il caso alla Corte.

La Corte di Giustizia europea sottolinea quindi “lo stretto legame tra la tutela dell’ambiente e la salute umana, che costituiscono obiettivi centrali del diritto dell’Unione e garantiti dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea” e afferma che “la Direttiva contribuisce a la loro attuazione”. di tali obiettivi e di tutelare il diritto a vivere in un ambiente che garantisca salute e benessere.” “Sebbene la direttiva del governo italiano non menzioni la valutazione del danno alla salute, la Corte rileva che la nozione di inquinamento ambientale ai sensi di questa direttiva comprende sia danni all’ambiente che alla salute umana”, continua. Valutazione. Pertanto, la valutazione dell’impatto dell’acciaieria su questi due aspetti “deve essere un atto interno alle procedure di rilascio e revisione dei permessi di lavoro”. Secondo il tribunale di Milano, si legge nel testo, tale richiesta non è stata accolta visti i danni alla salute. “Inoltre, secondo il tribunale di Milano, le norme speciali applicabili alle acciaierie Ilva consentivano di rilasciare un’autorizzazione ambientale e di ispezionare la fabbrica senza tener conto di alcuni inquinanti o dei loro effetti dannosi sulla popolazione circostante.”

La Corte di Giustizia Europea precisa quindi che nella domanda iniziale di approvazione, il gestore dell’impianto deve fornire “informazioni sulla natura, l’entità e gli eventuali effetti nocivi delle emissioni che possono derivare dal suo impianto” e che “vengono considerati solo gli inquinanti”. “Effetti trascurabili sulla salute umana e sull’ambiente non possono essere subordinati al rispetto dei valori limite di emissione previsti dal permesso di lavoro”. La Corte rileva che, contrariamente a quanto sostenuto dall’Ilva e dal governo italiano, “la procedura di revisione no”. mirare a stabilire valori limite per gli inquinanti le cui emissioni erano prevedibili possono essere limitate. Le emissioni che il sistema genera durante il suo funzionamento e che sono legate ad altri inquinanti. “In caso di violazione delle condizioni dell’autorizzazione a gestire un impianto, l’operatore deve adottare immediatamente le misure necessarie per garantire che il suo impianto sia riportato al rispetto di tali condizioni il più rapidamente possibile.” rischi gravi e rilevanti per l’integrità dell’ambiente e la salute umana, il termine per l’applicazione delle misure di protezione previste dal permesso di lavoro non può essere prorogato più volte e il funzionamento dell’impianto deve essere interrotto”, conclude il tribunale.

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Giacinto Udinesi

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