Attenzione al downgrade! Gli azzurri sono in linea. A quasi due mesi dal raggiungimento delle semifinali agli Europei, non sono migliorati e hanno addirittura dato la sensazione di fare un passo indietro. In attacco, data la debolezza del torneo tedesco, si aspettavano l’autorete della partita. Quando Bradley Barcola ha acceso la scintilla con il suo primo gol in sei selezioni, il più veloce nella storia della A dopo 12 secondi, confermando il suo nuovo atteggiamento in partita, i fuochi d’artificio si sono gradualmente trasformati in umidi sotto il cielo calmo e mite del petardo del Parc Prince. .
Incapaci di costruire azioni taglienti, nonostante le buone gambe di Kylian Mbappé, che raramente si è trovato in situazione di gol, nonostante un cambio di sistema e quattro giocatori con vocazione offensiva, i Blues hanno inciampato come una corrida contro la difesa a tre dell’Italia. Quando hanno perso palla, hanno subito le onde sonore degli italiani, con un centrocampista francese già debole di corporatura e molto debole in difesa, e la coppia N’Golo Kanté – Youssouf Fofana che ha fatto poco per imporre il proprio punto.
La difesa è esplosa
In assenza di Adrien Rabiot, mancato, di Aurélien Tchouaméni e di Eduardo Camavinga, che non sono stati dimenticati, il campionato francese è apparso fiacco nel suo impatto, spento nella sua creatività. Anche Manu Koné, che ha sostituito Youssouf Fofana (58°), ha avuto le stesse difficoltà.
Qualcosa è successo quando Bradley Barcola aveva la palla – il suo tiro deviato avrebbe potuto portare la sua squadra in vantaggio (39esimo) – mentre Michael Olise, a destra anziché al centro del gioco, ha mostrato un record interessante per una prima selezione, più disciplinata di Ousmane Dembélé, il suo sostituto (58esimo), e quindi meno fantasioso. Ma le belle chiamate del capitano dei Blues non sono quasi servite alla densità italiana e alla mancanza di follia nel sonno francese.
Per finire, l’“unica” qualità francese agli Europei, la difesa, è esplosa sotto la doppia pressione di un ambiente di plastilina e di elementi passivi come Jonathan Clauss o, cosa più sorprendente, William Saliba, lontano dal suo livello agli Europei. Campionati dove ha stupito.
C’è il rischio di diversi incendi
Nella versione originale, la vicenda somiglia a una lezione italiana, a tratti quasi a una manifestazione che provoca imbarazzo e cautela tra i tifosi azzurri, con una squadra in progresso rispetto alla concorrenza tedesca e coerente nelle decisioni, nel gioco, nella pazienza, nella sistema, il suo controllo emotivo. Tutto quello che manca ai partner di Kylian Mbappé.
Senza la loro ferrea difesa non hanno più nulla. Gli uomini di Didier Deschamps annaspano nel nulla e non incantano nessuno (di nuovo), lontani dall’estate olimpica piena di stelle negli occhi dei tifosi, abbagliati da medaglie d’oro che riflettono la bellezza della fatica. Gli A non si sono liberati dei loro demoni dell’attacco né hanno riacquistato la loro solidità e non hanno offerto nulla nel mezzo. Questo si chiama “toccare il fondo”.
C’è il rischio di diversi incendi. Forse la condizione fisica di una ripresa del campionato è precaria, anche se i transalpini hanno smesso di giocare e sono apparsi più vivaci e scattanti. Gli assenti, soprattutto al centro, hanno avuto un peso. L’usura della forza e delle idee di Didier Deschamps potrebbe essere un’altra spiegazione, anche se rimane sempre dipendente dai suoi giocatori. Non giocano insieme dalla scorsa primavera, tranne un po’ quest’estate, quando si sono organizzati attorno al blocco difensivo. Prima e dopo non creano più nulla.
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