Il calcio italiano non riesce ad eliminare il razzismo

Fabien Le Floc’h, Media365: pubblicato sabato 20 gennaio 2024 alle 23:40.

Le grida razziste che Mike Maignan ha sopportato sabato sera sul campo dell’Udinese in Serie A dimostrano ancora una volta che il calcio italiano non ha ancora risolto il problema del razzismo.

Il portiere francese Mike Maignan è stato bersaglio di insulti razzisti sabato sera sul campo dell’Udinese e ha lasciato il campo nel primo terzo tra l’inerzia di arbitri e funzionari. Dopo una pausa di una decina di minuti, il gioco finalmente riprende, ma è solo l’ultimo episodiouna lunga serie di incidenti razzisti dall’altra parte delle Alpi. I calciatori africani o di origine africana sono spesso presi di mira dai tifosi nelle arene italiane. Questi ultimi anni, Blaise Matuidi, Mario Balotelli, Moise Kean ma Romelu Lukaku in particolare (sempre attualissimo) è stato citato in vari incontri. Lo stesso Mike Maignan aveva già subito simili urla allo Juventus Stadiumnel settembre 2021.

Riflessione della società italiana

Con questo ennesimo incidente di sabato sera, l’Italia non scopre ovviamente il razzismo negli stadi, ma lo dimostra soprattutto il calcio italiano. incapacità per frenare le rivolte razziste nei suoi stadi. Atti xenofobi e razzisti si verificano regolarmente in Serie A, ma anche nelle serie inferiori. senza che si trovasse una soluzione. La Federcalcio italiana e la Lega calcio italiana annunciano regolarmente le misure che i club italiani dovranno rispettare per agire contro questi atti, senza che questo cambi realmente la situazione sugli spalti. Forse perché la società italiana nel suo insieme non sembra volere evolversi.

Dal folklore

Per Paolo Tomaselli, giornalista italiano Corriere della Sera In un’intervista a France Info, il razzismo è soprattutto il simbolo di un problema educativo: “L’Italia è un paese di immigrazione attuale e ci sono ancora tante, tante, tante cose da fare a favore delle politiche di integrazione e antirazzismo”. In Italia, questi incidenti semplicemente non commuovono più di quella parte della società per la quale gli insulti sono semplicemente una sciocchezza. folclore che fanno parte della tradizione nazionale. Nel 2019, dopo una partita in cui Mario Balotelli subì insulti razzisti, il presidente dell’Hellas Verona Maurizio Setti ribadì di aver visto “Sostenitori ironici, non razzisti”.

Gli sforzi dei club italiani

Il giornalista italiano Andréa Silliti (Sky Sport Italia) è d’accordo con il connazionale e collega: “La paura degli stranieri è molto presente in Italia. Il calcio non fa eccezione qui. Non siamo ancora abituati a vedere giocatori di colore, anche se ne abbiamo cinque o sei in squadra! Quando si tratta della squadra avversaria, Il modo più semplice è fare un commento razzista. » Mentre i club stanno prendendo sempre più coscienza del problema e hanno compiuto grandi sforzi per attivarsi nelle ultime stagioni, gli insulti razzisti sono lungi dal scomparire dagli stadi italiani. Mike Maignan ha appena ricevuto ancora una volta la prova.

Casimiro Napolitani

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