La Meloni devia la politica italiana verso il “capitalismo pratico” e innervosisce gli investitori

Giorgia Meloni ha giocato la (ennesima) svolta politica italiana meno di un anno fa. Il suo partito di estrema destra, Fratelli d’Italia (FdI), ha vinto le elezioni e Meloni è diventato Primo Ministro del paese transalpino. La sua ascesa al potere ha messo in allerta i mercati, tra l’altro, per la possibilità di provocare una nuova crisi del debito in Europa. Ma la politica portata avanti dall’italiano, con un primo bilancio statale cauto (a differenza del fiasco compiuto nelle stesse date da Liz Truss nel Regno Unito) ha calmato i nervi. Queste però sono aumentate negli ultimi mesi a causa di un evidente cambiamento nelle politiche della Meloni e del suo esecutivo.

Con un forte sostegno pubblico e costi di finanziamento stabili (interessi sui titoli sovrani), il 46enne Primo Ministro si sta allontanando dalle sue promesse di seguire l’approccio economico del suo predecessore al governo, Mario Draghi.

Negli ultimi mesi, il leader di estrema destra ha applicato quello che Bloomberg ha definito “capitalismo pratico”. Ci sono voluti una serie di misure interventistemettendo in evidenza la controversa tassa sugli utili bancari.

“Un grosso errore”

“L’imposta sugli utili straordinari delle banche è stato un grave errore ne ha seriamente danneggiato la credibilità del nostro Paese solo per raccogliere una piccola somma di denaro”, spiega Veronica De Romanis, docente di Economia europea alla Stanford University di Firenze. “Il governo dice che tassa le eccedenze [de ganancias], ma chi lo definisce? Come lo spiegate agli investitori?”, sostiene l’esperto nelle dichiarazioni raccolte dall’agenzia di stampa americana.

Nel pomeriggio del 7 agosto Roma annunciò una tassa Sconto del 40% su “vantaggi aggiuntivi multimilionari” banche” nel 2023. Non è stata Giorgia Meloni ad annunciare la notizia, ma il vicepremier Matteo Salvini nel corso di una conferenza stampa alla quale il presidente del Consiglio non era presente. Dopo il controverso annuncio, infatti, la Meloni ha mantenuto un basso profilo in la sfera pubblica, sottolinea Bloomberg.

La novità del tributo straordinario agli enti finanziari fece sì che il giorno successivo le banche in Italia e in tutta Europa subissero pesanti perdite in Borsa, facendo evaporare in un solo giorno quasi 10 miliardi della loro capitalizzazione. Quindi meno di 24 ore dopo l’Esecutivo è qualificato che la nuova imposta avrà un effetto limitato poiché non potrà superare lo 0,1% del totale degli attivi dei finanziatori.

Ma Salvini ancora una volta si è fatto avanti per difendere questa misura: “Le banche fanno profitti miliardari e chi paga sono gli italiani”, ha detto. Dichiarazioni che rafforzano la percezione che, negli ultimi mesi, il governo italiano sia diventato più a doppio atto tra la Meloni e il leader del partito populista della Liga.

In questo senso, Bloomberg sottolinea che dalla morte, nel giugno scorso, dell’ex primo ministro Silvio Berlusconi (fondatore di Forza Italia, membro anche dell’attuale coalizione esecutiva), le voci favorevoli al capitalismo sono state relegate in secondo piano a Roma.

Uno scenario complicato

Finora la coalizione si è attenuta alla prudenza fiscale. La Meloni ha assistito alla caduta di Berlusconi nel 2011, quando un aumento degli spread obbligazionari (il premio per il rischio) ha causato il collasso del governo. È una lezione che non ha dimenticato.

“Meloni agisce in modo pragmatico“, cercando di trovare un equilibrio in cui i mercati non siano messi troppo in vista”, spiega Giovanni Orsina, direttore della School of Government dell’Università Luiss di Roma.

Tuttavia, il Primo Ministro si trova di fronte a uno scenario complicato per dimostrare che può continuare ad attuare il suo programma di governo. L’economia italiana, la terza del Vecchio Continente, vacilla: Il prodotto interno lordo (PIL) si è contratto nel secondo trimestre dell’anno, mentre il PIL dell’intera zona euro è aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente.

Quindi, vista l’incertezza sulle entrate pubbliche, è probabile che il esecutivo Meloni ampliare leggermente il deficit finanziare misure come i tagli alle imposte sui salari, ma starà attento a non esagerare, secondo Bloomberg, citando persone vicine alla questione.

Il suo partito, Fratelli d’Italia, resta in testa ai sondaggi. Finché mantiene i suoi indici di approvazione e controllare i costi di finanziamento, ha l’opportunità di svolgere un ruolo più attivo negli affari. E ha approfittato dell’occasione.

“Interventismo” nel mondo degli affari

Oltre alla controversa tassa bancaria, Roma ha recentemente approvato una misura per limitare l’uso di algoritmi da parte delle compagnie aeree per fissare i prezzi dei biglietti, in particolare sulle rotte interne verso le isole di Sicilia e Sardegna. Questa misura, intesa a proteggere i consumatori da aumenti improvvisi, ha provocato la reazione delle compagnie aeree.

C’è anche la compagnia telefonica Telecom Italia. Lunedì l’Esecutivo ha approvato un decreto che autorizza lo Stato a partecipare fino al 20% nelle attività delle sue reti, nel quadro di un accordo con la società americana di venture capital KKR per il controllo congiunto della rete del paese.

Per finanziare alcune delle sue iniziative, la coalizione prevede di vendere quote di minoranza in alcune società statali, tra cui le ferrovie statali (Ferrovie dello Stato) e la banca Monte dei Paschi di Siena, da tempo in difficoltà.

Il segno è quello L’Italia è aperta agli affari, ma l’ufficio di Meloni è il custode. Questo approccio fa parte della tradizione della destra, che ritiene che il governo debba svolgere un ruolo importante nel controllo dell’economia.

C’è un ritorno dello Stato“, dice Orsina. “Gli italiani votano la Meloni perché hanno sete di sicurezza e dello Stato nazionale come elemento potenzialmente capace di garantire questa sicurezza”, aggiunge l’esperto.




Lino Siciliani

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