La Meloni la dice lunga sull’immigrazione

Il governo italiano attende dopo il vertice dei ministri dell’Interno Ue sull’immigrazione. Per ora, congelare il comando di sequestro delle navi delle ONG.


Le note alte del governo Meloni sull’immigrazione cominciano a sfumare, almeno in questa fase. Come scrive oggi la stampa, il ministero dell’Interno di Roma non emetterà per il momento un decreto che sequestri le navi delle Ong in arrivo nei porti italiani.

Il nuovo governo conservatore italiano sta assumendo un atteggiamento attendista dopo la riunione di ieri dei ministri dell’Interno dell’UE. Con l’obiettivo di determinare se ci sarà finalmente un accordo che porti all’adozione di un codice di condotta per le ONG e come si svilupperà l’intera questione del reinsediamento. Finora non ha prevalso la linea dura del segretario leghista e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini.

Tuttavia, come scrive oggi il quotidiano La Repubblica, è evidente che l’Italia non si trova attualmente ad affrontare una situazione di emergenza con immigrati e profughi e che la decisione del governo Meloni di vietare l’attracco alla nave Ocean Viking sia stata presa principalmente per motivi più interni al consumo.

Meloni: “Non subiremo le 10 piaghe dei faraoni”

“Continuiamo il dialogo con Parigi, chiediamo loro solo di rispettare noi e i nostri partner. Non saremo colpiti dalle 10 piaghe dei faraoni”, ha detto Meloni. Ma intanto il governo francese dice a Roma che se non tiene aperti i suoi porti, gli accordi di reinsediamento e la solidarietà europea si congelano.

Quanto al bilancio di governo, Silvio Berlusconi e Forza Italia esprimono forte insoddisfazione. Secondo molti analisti, il “Cavaliere” ritiene che il suo partito non conti quanto dovrebbe nella fase cruciale del processo decisionale. Non è un caso che abbia deciso di non inviare un proprio rappresentante a presentare il bilancio dello Stato ed è possibile che tutto il suo sodalizio con Georgia Meloni finisca presto.

Il presidente dei Fratelli d’Italia e nuovo premier del Paese si è naturalmente reso conto che lavorare con il magnate ed ex premier era tutt’altro che agevole, ea quel punto si è guardato intorno in cerca di alternative.

La prossima settimana incontrerà Carlo Calenda, leader del partito centrista Azione, per un dialogo sul bilancio. Sarà un approccio una tantum o un primo passo volto ad allargare la maggioranza di governo?

Theodoros Andreadis Syngellakis, Roma

Fonte: Onda tedesca

Giacinta Lettiere

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