La tomba dell’inventore del rugby William Webb Ellis, divenuta luogo di pellegrinaggio a Mentone

È raro avere un custode di cimitero felice. Tuttavia, Patrick Gilli afferma di esserlo. Anche il suo aspetto trendy è sorprendente. Quando lo vediamo, tendiamo a immaginare quel forte rapper o influencer quarantenne su Instagram. Ma quando lo abbiamo scoperto come Guardiano dell’Oscurità, non ci avremmo mai creduto. “Vi assicuro che qui mi trovo a mio agio, questo posto è straordinario”, insiste, avendo appena varcato il pesante cancello del cimitero del Vieux-Château, accampato sulle alture di Mentone (Alpi Marittime), l’ultima cittadina della Costa Azzurra prima del confine italiano.

Dopo pochi passi capiamo perché la nostra guida ama così tanto questo posto: è semplicemente magico. Il luogo ripido si tuffa nelle acque blu del Mediterraneo e offre una prospettiva indimenticabile: Ventimiglia (Italia) a est, Monaco a ovest e l’eternità all’ombra dei cipressi. Ci sentiamo a nostro agio lì.

Il cimitero più antico di Mentone è un’oasi di pace e non solo per i viandanti malinconici. Come dice Patrick Gilli con un sorriso, lo è “il posto alla moda”. Il quarantenne sta migliorando sempre di più in inglese. Non ha scelta se vuole condurre i tifosi della palla ovale, che si accalcano da diversi mesi, sulla tomba di William Webb Ellis, l’inventore del rugby, morto nel 1872 all’età di 66 anni. Molti tifosi a volte vengono da lontano per assistere alle partite della Coppa del Mondo 2023 in Francia e vogliono rendere l’ultimo omaggio al loro eroe sepolto nel Vieux-Château.

Ricordiamo la leggenda. Un giorno d’autunno del 1823, il giovane William, 16 anni e studente del prestigioso college privato di Rugby, cittadina dell’Inghilterra centrale, assistette ad una partita di calcio sull’isola grande pagina, un terreno aspro come gli scontri tra giocatori. In quel momento, questo stimato ma un po’ testardo latinista commetterà l’irreparabile. Afferra la palla rotonda (cosa che all’epoca era legale), ma invece di fare un passo indietro per prepararsi al tiro verso il campo avversario, come impone il regolamento, si lancia in avanti e tira, sotto lo sguardo attonito dei compagni. l’obiettivo. Nella scuola, una targa commemorativa immortala questo gesto originale, sulla quale si legge: “in spregio illuminato alle norme vigenti”.

Palloncino ricavato dalla vescica di un maiale

Non importa se nessuno storico serio confermerà questo mito fondativo, negli anni la città del Rugby diventerà il Regno del Rugby. Intorno al 1835, il calzolaio William Gilbert, il cui negozio era a due passi dalla scuola, inventò la palla ovale, originariamente ricavata dalla vescica di un maiale e poi sostituita da un tubo di gomma. Dieci anni dopo, diversi “rugbeiano” emanò le prime trentasette regole della nuova disciplina. Infine, nel 1871, gli ex studenti del college fondarono la federazione inglese di rugby, la Rugby Football Union. e decidono subito che la nazionale inglese indosserà una divisa bianca simile a quella della squadra scolastica.

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Casimiro Napolitani

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