Il direttore dell’Istituto di sanità pubblica, Igor Galić, ha risposto al testo pubblicato venerdì 7 ottobre, intitolato “Mancanza di misure contro l’ittero”. Trasmettiamo la reazione nella sua interezza:
“Il testo afferma che ‘un’epidemia può essere denunciata per legge al Ministero della Salute competente su proposta dell’Istituto’.
L’articolo 15 della Legge sulla Protezione della Popolazione dalle Malattie Infettive (“Gazzetta Ufficiale del Montenegro”, n. 15/16, 68/20 e 136/20) prevede che il Ministero della Salute vigila sulla circolazione delle malattie infettive all’interno del territorio del Montenegro e dichiara il verificarsi di un’epidemia di malattie infettive di rilevante importanza epidemiologica, dichiara zona infetta, cioè a rischio di estinzione e ordina le misure da adottare in questo caso e che tale ordinanza sia emessa su proposta dell’Istituto. Inoltre, l’articolo 6 della legge definisce che “per epidemia di maggiore rilevanza epidemiologica si intende il verificarsi di forme cliniche gravi di malattie infettive e/o la morte per malattie infettive, che rischiano di avere gravi conseguenze economiche e sociali, la trasmissione transfrontaliera della malattia, in quanto così come la ricomparsa di malattie infettive lontane o eradicate”.
In questo caso, in relazione a tutti gli elementi di cui sopra, la suddetta epidemia non soddisfa le condizioni per essere dichiarata epidemia di maggiore rilevanza epidemiologica e pertanto l’Istituto di Sanità Pubblica e il Ministero della Salute non lo hanno annunciato.
I servizi igienico-epidemiologici del Centro sanitario di Kotor e Herceg Novi, in qualità di istituzioni competenti, hanno agito in conformità con la legge e hanno denunciato l’epidemia, poiché l’articolo 41 della legge sulla protezione della popolazione dalle malattie infettive (“Gazzetta ufficiale del Repubblica del Montenegro”, n. 15/2016, 68/2020 e 136/2020) stabilisce che “Le istituzioni sanitarie e le altre persone giuridiche che forniscono servizi sanitari sono obbligate a segnalare un’epidemia di una malattia contagiosa”.
L’articolo 18 stabilisce che “le istituzioni sanitarie competenti sono obbligate a svolgere la sorveglianza epidemiologica e ad adottare misure tempestive per prevenire, reprimere, eliminare ed eradicare le malattie infettive”. In conformità a quanto sopra, le misure preventive per combattere l’epidemia dovrebbero essere presentate alle istituzioni e alle persone giuridiche dai servizi sanitari-epidemiologici locali dei centri sanitari nella cui giurisdizione si trova l’epidemia, e non dall’Istituto di sanità pubblica. Secondo le informazioni a nostra disposizione, i servizi igienico-epidemiologici hanno raccomandato misure antiepidemiche e visitato strutture ad alto rischio nel territorio dei comuni citati. Pertanto, non è di competenza dell’Istituto di Sanità Pubblica, delle istituzioni, degli enti comunali e dei servizi raccomandare misure per combattere l’epidemia in questo caso.
Conformemente agli obblighi di legge, nonché alle buone pratiche dell’Istituto di sanità pubblica come istituzione a livello terziario dell’assistenza sanitaria, l’Istituto è stato informato e fornisce supporto professionale negli eventi dall’inizio degli eventi a Herceg Novi e Kotor sulle occorrenze di cittadini contagiati dal virus dell’epatite A sul campo. In occasione di tali eventi, in ottemperanza agli obblighi internazionali, l’Istituto ha informato il Centro Europeo per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie Infettive, con le cui raccomandazioni coordina le proprie attività, e ha organizzato la raccolta, il trasporto e l’analisi dei campioni sospettati della presenza delle infezioni consiste del virus dell’epatite A all’Istituto croato di sanità pubblica per ulteriori indagini. Ricordiamo che secondo la Legge sui media pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del Montenegro, n. 82/20, l’articolo 31 prescrive che “prima della pubblicazione di informazioni su un determinato evento, fenomeno o una determinata persona, con la dovuta cura giornalistica, la sua origine, verità e completezza”.
Tenendo conto di tutto ciò, ti chiediamo di pubblicare questa dichiarazione nel prossimo numero del tuo quotidiano, informando così adeguatamente il pubblico e rimuovendo il danno che hai fatto all’istituto come istituto di sanità pubblica terziario pubblicandolo con integrità Testo perché, ai sensi dell’articolo 39 della citata legge sui mezzi di comunicazione, si afferma che “la pubblicazione di informazioni che possano arrecare danno all’onore e alla reputazione è ammessa solo se le informazioni sono esatte, riferiscono a questioni di interesse pubblico e contribuiscono al diritto all’informazione”. , cosa che questa volta non è avvenuta”, conclude la reazione.
La risposta del giornalista sarà pubblicata lunedì
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