“Sono stato svegliato nel cuore della notte dal fatto che il mio telefono sembrava impazzito. Le notifiche da Twitter e Instagram non si sono fermate, sono arrivate a centinaia. I miei profili erano inondati di commenti di americani che mi minacciavano. Non capivo cosa stesse succedendo”.
È attraverso questa storia, raccolto dal quotidiano romano La Repubblica, così Marco Violi descrive la notte surreale vissuta il 14 luglio. Quel giorno, proprio quando era passata la mezzanotte e gran parte dell’Europa dormiva già, ha cominciato a diffondersi la notizia del tentato assassinio di Trump. Chi ha sparato? Inizialmente non c’erano informazioni chiare e in questo contesto poco chiaro un tweet lanciato durante la notte ha improvvisamente guadagnato grande popolarità.
Questo, lo contestualizza Corriere della Sera, mostra una foto di Marco Violi accompagnata dal seguente testo in inglese: «Il dipartimento di polizia di Butler [la commune où Trump tenait son meeting] conferma l’arresto dell’uomo che ha sparato a Trump, identificato come Mark Violets, noto estremista Antifa. Prima dell’attacco ha postato un video su YouTube in cui diceva: “La giustizia sta arrivando”.
Ad un occhio esperto, il Trom
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