La società Clearview AI, che sviluppa software di riconoscimento facciale, deve pagare 20 milioni di euro dopo una decisione dell’autorità per la protezione dei dati in Grecia e l’obbligo di cancellare tutti i dati memorizzati.
Decisione storica sulla protezione dei dati personali in Grecia e nel nostro stesso popolo: una multa di 20 milioni di euro è stata inflitta (con la sua Decisione n. 35/2022) dall’Autorità per la protezione dei dati personali (PDPA) alla controversa società Clearview AI per le sue pratiche invadenti.
La decisione arriva un anno dopo la relativa denuncia presentata dall’Ong Homo Digitalis, che difende i diritti degli utenti di Internet, nel maggio 2021, e la sanzione è la più alta che l’autorità abbia finora inflitto. Ancora più importante, la società è ora vietata dalla raccolta e dal trattamento dei dati personali di chiunque si trovi sul territorio greco utilizzando metodi di riconoscimento facciale, mentre l’autorità le chiede di eliminare immediatamente tutti i dati già raccolti. Allo stesso tempo, la decisione è anche un segnale alle forze dell’ordine che lavorano con aziende di questo tipo che tali pratiche sono illegali e violano palesemente i diritti delle persone interessate.
Clearview AI è una società americana fondata nel 2017 che sviluppa software di riconoscimento facciale. Afferma di avere “il più grande database conosciuto di oltre 10 miliardi di immagini facciali” che raccoglie (web scraping) da fonti pubbliche online tra cui notizie, siti Web, foto di segnaletica, video, social media pubblici e altre fonti pubbliche. È uno strumento automatizzato (il suo unico prodotto) che “visita” siti Web pubblici e raccoglie tutte le immagini che trova che contengono volti umani.
Oltre a queste immagini, il raccoglitore automatizzato raccoglie anche metadati che integrano le immagini, ad esempio B. il titolo del sito e il link alla fonte. Le immagini facciali raccolte vengono quindi abbinate al software di riconoscimento facciale di Clearview AI per creare il database dell’azienda. Vende l’accesso a questo database a livello internazionale a società private e forze dell’ordine come la polizia. Le sue pratiche sono state smascherate per la prima volta nel gennaio 2000 da un’indagine del New York Times. Aveva già creato un enorme database scansionando le immagini di persone su Facebook, YouTube, Instagram e milioni di altri siti web.
Nel febbraio 2020, il sito di notizie BuzzFeed News ha pubblicato una mappa del mondo composta da documenti interni Clearview, mostrando i paesi con cui ha affermato di aver già lavorato o in cui intendeva espandersi presto. La Grecia era una di queste, ma la società all’epoca lo negò. Nell’aprile dello stesso anno, la polizia greca ha risposto a una richiesta di Homo Digitalis, affermando di non utilizzare il software specifico. Ci sono voluti gli sforzi coordinati di un’alleanza di organizzazioni in Grecia e all’estero (Homo Digitalis, Privacy International, Hermes Center e noyb), che nel maggio 2021 ha presentato denunce alle autorità competenti in Grecia, Gran Bretagna, Italia, Austria e Francia Clearview AI per pratiche di sorveglianza di massa attraverso il riconoscimento facciale.
Gli sforzi sono stati ripagati e all’inizio del 2022 l’autorità italiana di regolamentazione della protezione dei dati ha deciso di multare la società di 20 milioni di euro, mentre l’equivalente britannico l’ha multata di 7,5 milioni di sterline.
Prima delle condanne, tuttavia, Clearview AI non sembrava intimidita da denunce di massa. Secondo le rivelazioni del Washington Post, in connessione con l’informazione dei suoi azionisti, la società ha annunciato che non solo non smetterà di raccoglierle, ma intende raggiungere 100 miliardi di foto per garantire che quasi tutte le persone sulla terra siano nella sua base siano incluse ! “Tutto in futuro, digitale e nella vita reale, sarà accessibile attraverso la tua faccia”, ha affermato la presentazione dell’azienda ai suoi azionisti.
Sembra che raccolga più di 1,5 miliardi di foto ogni mese e sta cercando 50 milioni di dollari in finanziamenti da parte degli investitori per raggiungere il suo obiettivo di 100 miliardi di foto. Parte del suo budget è destinato alla spesa legale e di altro tipo per ottenere “decisioni normative favorevoli”. Facebook, Google, Twitter e YouTube hanno già esortato Clearview AI a interrompere la raccolta di foto ed eliminare tutto ciò su cui mette le mani, ma quest’ultimo ribatte che il suo database è protetto dal Primo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti. Non è un caso che aziende come Airbnb, Lyft e Uber abbiano espresso interesse per la tecnologia di Clearview.
Sembra che, sia che stiamo camminando per una strada o per la nostra cronologia dei social media, siamo tutti come codici a barre che attraversano la città. Le tecnologie di riconoscimento facciale minacciano le nostre vite sia online che offline. Le prossime proteste sociali richiederanno probabilmente di riprenderci le nostre facce (come la campagna #reclaim your face).
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