Una Giornata Mondiale della Gioventù inclusiva e sportiva

La notizia non è che l’Atletica Vaticana abbia preso parte ai Mondiali di ciclismo domenica 6 agosto. Anche in fuga – con Rien Schuurhuis – accompagnata da un calorosissimo applauso.

La novità è che a Glasgow – dove si sono svolti i Mondiali inclusivi di ciclismo, comprese le Paralimpiadi – è stata fornita la prova che la visione sportiva di Papa Francesco è concreta e addirittura possibile ai massimi livelli in un mondo che assomiglia a uno sport popolare come il ciclismo. Ed è proprio la partecipazione dell’Athletica Vaticana – la squadra del Papa, la squadra polisportiva ufficiale del Vaticano – che ha permesso a Glasgow di vivere una Giornata Mondiale della Gioventù… sportiva unica. La comunione con il Papa ei giovani presenti a Lisbona è stata molto palpabile. L’Athletica Vaticana non si è recata in Scozia per correre in bicicletta, “e niente di più”. La vera “medaglia” da conquistare è stata quella di crescere come esseri umani e quindi come comunità sportiva che testimonia nei fatti, con umiltà e sobrietà la visione fraterna, inclusiva, spirituale e solidale di Papa Francesco. Gli atleti sono tutti fratelli, anche nello sport, il cui linguaggio è universale e comprensibile a tutti. Né è la notizia che la lunga corsa di Rien Schuurhuis – con un neozelandese e un uruguaiano – sia stata interrotta da una protesta degli ambientalisti che hanno fermato per un’ora la corsa mondiale.

La vera novità è che venerdì 4 agosto Rino Alberto Bellapadrona e Marcus Bergmann hanno preso parte al Campionato del Mondo “Gran Fondo”, aperto anche agli amatori. I due ciclisti vaticani hanno rallentato – condividendo la poca acqua rimasta nelle loro borracce – per accompagnare fino al traguardo l’atleta latitante Masomah Ali Zada, fuggito dall’Afghanistan con la sorella. Ritroviamo infatti tutta la visione sportiva di Papa Francesco nel gesto dei due ciclisti dell’Atletica Vaticana. Il 27enne ciclista afghano Hazara, che ora vive a Parigi e ha partecipato anche alle Olimpiadi di Tokyo, è uno dei cinque atleti della squadra dei rifugiati (tre afghani, un siriano e un iraniano) sostenuta dalla Federazione ciclistica internazionale ( uci ) come segno di salvezza e speranza attraverso lo sport. Un impegno per l’inclusione, l’Atletica Vaticana, membro ufficiale di uci in prima linea dal 2021.

Inoltre, la vera novità è che, alla vigilia dei Mondiali, i ciclisti vaticani hanno incontrato persone fragili che vivono in povertà su invito del Centro Vincenziano Ozanam. Un momento particolarmente significativo organizzato con l’Arcidiocesi di Glasgow. L’anno scorso, durante i Mondiali in Australia, Athletica Vaticana ha incontrato la comunità aborigena.

La vera novità è anche che i ciclisti vaticani hanno voluto partecipare alla messa in cattedrale con la comunità cattolica di Glasgow. Perché il nucleo, il senso di questa speciale esperienza sportiva sta nella fede cristiana. Vissuta in stile semplice testimonianza. Da segnalare che il 19 giugno 2020 è avvenuta la prima “uscita” dei ciclisti vaticani, per accompagnare Tiziano Monti – presente ai Mondiali di Glasgow – con il suo handbike nella “Staffetta Paralimpica per l’Italia” disegnata da Alex Zanardi. Con Monti sono stati i ciclisti dell’Atletica Vaticana a sostituire Zanardi, vittima di un terribile incidente stradale.

Inoltre, la vera novità è che la bici donata da Pinarello, sulla quale Rien Schuurhuis ha gareggiato ai Mondiali e si è unita alla fuga, sarà messa all’asta e il ricavato della vendita sarà interamente devoluto alla farmacia per bambini Sainte-Vatican Martha. L’8 luglio, bambini di famiglie povere sono andati per la prima volta in bicicletta con l’aiuto della clinica. È stato un altro mondiale vinto da Farmacia Santa Marta e Atletica Vaticana. Insieme.

Gianpaolo Mattei

Casimiro Napolitani

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