25 foto del lussuoso Alvear Palace, la residenza dell’ambasciatore italiano che il suo proprietario originario non ha mai abitato

La residenza dell’Ambasciatore d’Italia si trova nel quartiere Palermo, più precisamente all’incrocio tra Billinghurst Street e Libertador Avenue. L’edificio in stile francese è stato costruito nei primi anni ’20 (Nicolas Stulberg)
Il palazzo fu originariamente costruito come residenza privata per una delle famiglie più ricche di Buenos Aires dell’epoca: i Bosch Alvears. Sulla facciata dell’edificio spicca la testa di ricambio del primo proprietario, il conte Federico Diego de Alvear Elortondo (Nicolás Stulberg).
I proprietari non erano in Argentina quando fu costruito il palazzo. Al suo ritorno, Bosch Alvear ha visitato l’opera finita ed è entrato dall’ingresso principale, posto a 45 gradi sopra l’asse della casa, secondo l’antica tradizione dello stile Beaux Arts. La disposizione non era di gusto del conte, che decise di vendere la proprietà (Nicolas Stulberg)
La residenza è stata messa in vendita senza che vi risiedessero i proprietari originari. Il governo italiano lo acquisì nel 1924. L’edificio è noto anche come Palacio Alvear – Ortiz Basualdo, ma l’Italia lo chiama semplicemente Palacio Alvear (Nicolás Stulberg)
Le tre grandi porte vetrate in ferro battuto conducono ad un piccolo vestibolo, dove spicca uno specchio di 230 cm x 130 cm (Nicolás Stulberg)

Il piano terra è composto da tre grandi sale di ricevimento, l’ufficio dell’ambasciatore e una sala da pranzo in cui spicca un sontuoso camino in ferro battuto (Nicolás Stulberg)
Entrando, domina il panorama una maestosa scalinata in marmo bianco che, in due direzioni, conduce al piano superiore, dove si trovano le camere da letto (Nicolás Stulberg)
Le decorazioni e gli arredi sono stati tutti importati dall’Italia nel 1924 e si fondono perfettamente con lo stile francese del palazzo. L’unica eccezione è la poltrona rossa nell’atrio che è stata donata dopo una recente mostra di design italiano al Museo Nazionale delle Arti Decorative (Nicolas Stulberg)
Con la sua coerenza nell’architettura e nella decorazione, la residenza rappresenta un periodo di ricchezza e splendore a Buenos Aires negli anni ’20 (Nicolás Stulberg)
Un pianoforte nell’angolo della musica. La decorazione delle stanze è stata aggiornata per quanto riguarda le tende, i tappeti e il trasferimento di mobili e spazi (Nicolás Stulberg)
L’angolo della musica è uno dei più belli della residenza e si trova a sinistra dell’atrio e dello scalone d’onore (Nicolás Stulberg)
I mobili che arrivarono a Buenos Aires via nave dall’Italia nel 1924 appartenevano alla famiglia reale dei Savoia (Nicolás Stulberg)
Lo scorso anno, durante la Notte delle Ambasciate, una folla ha visitato la residenza dell’Ambasciatore italiano. Si stima che circa 800 persone abbiano preso parte al tour (Nicolás Stulberg)
Nel piccolo salone dei ricevimenti dell’ambasciatore prevale un grande dipinto a olio del XVII secolo con la figura di Sansone (Nicolas Stulberg).
Una scultura d’oro di José de San Martín nell’ufficio dell’ambasciatore. L’eroe argentino quasi morì in un albergo di Roma nel febbraio 1846, dopo aver sofferto di convulsioni e un attacco epilettico che lo lasciò con segni vitali drasticamente diminuiti (Nicolás Stulberg)
Una segreteria di fine intarsio genovese. Tutte le opere in residenza appartengono alla galleria d’arte dell’Ambasciata (Nicolás Stulberg)
La pinacoteca è composta da opere appartenute alla collezione di Palazzo Pitti, a Firenze. È, con quella dell’ambasciata brasiliana, una delle più importanti raccolte di dipinti tra le rappresentanze straniere a Buenos Aires (Nicolás Stulberg)
Nella foto a sinistra, il Presidente dell’Argentina, Alberto Fernández, saluta l’Ambasciatore d’Italia, Fabrizio Lucentini, durante la presentazione delle lettere credenziali a Casa Rosada, 25 gennaio 2021. A sinistra di Fernández, il Ministro degli Esteri argentino Santiago Cafiero ( Nicolas Stulberg)
La sobrietà della sala da pranzo contrasta con l’ostentazione del resto delle stanze della casa. Tuttavia, i dettagli del soffitto attirano l’attenzione (Nicholas Stulberg)
Nel corso degli anni la residenza ha richiesto un intervento di restauro che le ha permesso di continuare ad essere magnifica come era dall’inizio (Nicolas Stulberg)
I tre cancelli frontali in ferro battuto visti dall’interno della residenza. Dietro, il magnifico giardino che collega l’Ambasciata (Nicolás Stulberg)
Il palazzo è, senza dubbio, un rappresentante di una tradizione architettonica che ha regnato per molti anni tra le famiglie più ricche di Buenos Aires (Nicolás Stulberg)
Ai lati due sfingi custodiscono l’accesso all’edificio. Hanno artigli felini e sarebbero stati portati appositamente dall’Italia (Nicolas Stulberg)
Una targa in memoria dei cittadini italiani vittime dell’ultima dittatura militare argentina (Nicolás Stulberg)
Felisa Ortiz Basualdo, moglie di Federico de Alvear

Ringraziamenti speciali a Alessandra Passerini, Nicoletta De Guglielmi e Lorenzo Vermigli dell’Ambasciata d’Italia a Buenos Aires.

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Drina Piccio

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