A partire dalla Giulia GTAm, Zagato crea una nuova entusiasmante quattro ruote che continua perfettamente la lunga collaborazione tra le due aziende con risultati spettacolari
L’italiano ha una lunga tradizione con l’Alfa Romeo, con la prima collaborazione tra Zagato e Alfa Romeo nel 1921 con la G1, seguita dalla famosa 1600 Junior Zagato, dalla SZ e dalla più recente TZ3 Stradale. La nuova creazione della casa italiana è stata realizzata su richiesta di un cliente tedesco di Zagato, che ha in collezione una SZ e un’Aston Martin di Zagato. Punto di partenza è la Giulia GTAm in versione coupé modificata con evidenti motivi stilistici Zagato, carrozzeria in fibra di carbonio e passo corto.
A parte l’assenza delle due porte posteriori dovuta alla minore lunghezza e alla forma coupé, la carrozzeria della Giulia SWB Zagato presenta il lungo e possente cofano scolpito e il tetto a doppia bolla che attraversa la stragrande maggioranza dei modelli portali caratteristici della casa italiana.
Completamente diverso dalla Giulia GTAm è il disegno della sezione di coda, che segue il motivo “Kammback” e adotta un’estetica estremamente dinamica, completata dal caratteristico fanale posteriore frastagliato, dall’aggressivo diffusore aerodinamico e dall’abbondanza di rilievi e motivi curvilinei.
Oltre alle porte posteriori, la Giulia SWB Zagato ha eliminato anche le maniglie, con le porte anteriori che si aprono tramite un interruttore sul secondo montante. Nei dettagli spiccano la caratteristica calandra triangolare con lo stemma Alfa in versione ingrandita, i cerchi in stile GTAm, le pinze freno gialle dell’impianto frenante e i doppi terminali di scarico in posizione centrale, che rimandano anche alla versione top della Giulia. .
Da questa versione deriva il motore che equipaggia la Giulia SWB Zagato, in questo caso il V6 biturbo da 2,9 litri che eroga 540 CV e 533 Nm di coppia. Sebbene Zagato non rilasci dati prestazionali, questi sono più aggressivi rispetto alla GTAm dato l’aumento del contenuto di carbonio della costruzione e il conseguente minor peso. In questo caso, il motore è abbinato a un cambio manuale a sei marce, che trasmette la trazione alle ruote posteriori. Differenziato anche il sistema di guida DNA, che ha aggiunto un’altra opzione, denominata completamente Race.
All’interno, il design familiare della Giulia è stato aggiornato con più dettagli in fibra di carbonio, la stessa tonalità verde intenso della carrozzeria sui pannelli degli unici due posti e la Z della casa italiana in posizione di rilievo. Sebbene al momento non sia stato annunciato alcun prezzo, la creazione italiana dovrebbe aggirarsi intorno ai 350.000 euro.
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