Saviano mette in discussione la giustizia italiana nella sua battaglia con Meloni e Salvini

Roma, 2 febbraio (EFE).- Lo scrittore italiano antimafia Roberto Saviano ha impugnato oggi la giustizia italiana per le nomine a posti legati alla magistratura del presidente del Consiglio, l’estrema destra Giorgia Meloni, e del suo vicepresidente, Matteo Salvini, che ha assunto portarlo in tribunale per vari motivi.

“Sono certo che sarò giudicato da magistrati sulla cui testa pende una spada di Damocle”, scrive oggi l’attivista e giornalista sui suoi social.

Saviano, sotto tutela da quando nel 2006 svelò vicende di mafia nel bestseller ‘Gomorra’, è sotto processo al tribunale di Roma per due cause promosse da Meloni e Salvini.

Il primo l’ha accusata di averla definita “bastarda” in un programma televisivo criticando le sue posizioni anti-immigrazione, mentre il secondo ha denunciato lo scrittore per averlo definito “ministro della mala vita”, termine, il secondo, riferito alla mafia . .

Saviano ha messo in discussione il sistema giudiziario, sottolineando che la Meloni ha nominato sottosegretario al ministero della Giustizia il suo avvocato, Andrea Delmastro delle Vedove, mentre Salvini ha nominato al Consiglio superiore della magistratura la sua ex avvocato difensore Claudia Eccher.

Chi scrive assicura di aver scoperto queste nomine i giorni dell’inizio dei due processi giudiziari.

“Così come l’ho scoperto io, immagino che lo abbiano scoperto anche i giudici che devono decidere nei casi in cui sono imputato contro il presidente del Consiglio e il vicepresidente”, ha dichiarato.

E ha aggiunto: “Insomma, si è verificata una circostanza anomala e gravissima perché le carriere dei magistrati che dovranno giudicarmi dipendono direttamente da chi ha sporto denuncia.

Le dichiarazioni di chi scrive, notoriamente oppositore dell’attuale governo, giungono in mezzo a una bufera politica dopo che due esponenti del partito della Meloni, Fratelli d’Italia, sono stati accusati di aver rivelato informazioni riservate.

Nello specifico si tratta del sottosegretario Delmastro delle Vedove e del vicepresidente della commissione parlamentare che controlla i servizi segreti, Giovanni Donzelli.

Il primo ha riferito al Parlamento che un anarchico incarcerato in sciopero della fame, Alfredo Cospito, avrebbe intrattenuto colloqui con mafiosi, il che equivale a una rivelazione di segreti d’ufficio già oggetto di indagine da parte della Procura.

Donzelli ha assicurato di aver ottenuto queste informazioni dal collega Delmastro delle Vedove, motivo per cui l’opposizione di sinistra e di centro, nel suo complesso, chiede le dimissioni di entrambi.

Saviano ha sostenuto che è “del tutto inutile continuare a chiedere le sue dimissioni” perché richiederebbe “alfabetizzazione istituzionale” che, a suo dire, manca.

Il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte ha annunciato una mozione di sfiducia contro Delmastro delle Vedove per “divulgazione impropria di informazioni riservate da utilizzare successivamente contro una forza politica dell’opposizione”.

Drina Piccio

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