Il sindaco di Firenze arresta due attivisti che lanciavano vernice contro il municipio

Roma, 17 marzo (EFE).- Il sindaco della città di Firenze, nel nord Italia, Dario Nardella, ha affrontato e arrestato oggi due attivisti ambientali mentre gettavano vernice arancione sulla facciata dello storico Palazzo Vecchio, sede dell’ingresso della città.

“L’attacco all’arte, alla cultura e alla bellezza, indifeso contro la violenza e nato per il bene dell’umanità, non potrà mai giustificare la lotta per una causa, anche se condivisibile”, ha giustificato il sindaco sui suoi social.

Gli attivisti, un ragazzo e una ragazza, si sono fermati davanti a questo edificio, simbolo dell’architettura e vecchio di oltre otto secoli, e hanno iniziato a gettare vernice arancione contro le sue pareti, dietro la copia della scultura del David di Michelangelo. .

In quel momento, sono stati abbattuti dall’assessore comunale, accompagnato da due poliziotti municipali, gridando: “Che diavolo state facendo?”, dando loro qualche gomitata, come mostrato in un video trasmesso dai media locali.

Uno di loro, già ridotto dai Carabinieri, ha spiegato che la sua azione è consistita nel “punire un edificio simbolo del potere”, mentre veniva rimproverato dai passanti. Un giovane gli ha gridato che “non avrebbero cambiato il mondo” con queste iniziative.

La manifestazione si è svolta in pieno giorno ed è stata derisa e fischiata dai numerosi turisti di passaggio.

I due giovani sono stati arrestati e trascinati in questura perché si rifiutavano di camminare.

Subito dopo sono iniziati i lavori di pulizia di questo edificio, guidati dallo stesso sindaco, il quale, insieme ad altri residenti, si è occupato di sfregare con un pennello la pietra dell’edificio.

L’organizzazione “Ultima generazione” ha spiegato in un comunicato che l’azione è una risposta al ritiro da parte del Senato italiano di alcuni emendamenti che dovevano abrogare una serie di sussidi concessi alle imprese “dannose per l’ambiente”.

“Il Comune di Firenze continua ad adottare misure incompatibili con la necessità di ridurre le emissioni inquinanti dato l’utilizzo di fonti energetiche fossili”, denuncia il gruppo.

Non è la prima volta che questi attivisti attaccano il patrimonio con azioni come queste. Lo scorso novembre hanno gettato zuppa su un dipinto di Van Gogh da una mostra temporanea a Roma e macchiato di vernice “Il dito” di Maurizio Cattelan davanti alla Borsa di Milano o la scultura equestre di Vittorio Emanuele II davanti al Duomo o il cattedrale di questa città.

Anche due attivisti sono sotto processo presso il Tribunale vaticano per aver danneggiato con la colla la base di questa scultura del Laocoonte durante una protesta e potrebbero essere condannati a una pena detentiva da un mese a tre anni e una multa di circa 3000 euro.

Drina Piccio

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