Ritorno in territorio positivo per i mercati dell’euro mentre i prezzi del petrolio si appiattiscono

I principali indici europei sono tornati su una tendenza al rialzo, con i prezzi del petrolio ora scambiati in un range controllato dopo essere stati innescati dall’inaspettato taglio della produzione dell’OPEC annunciato ieri.

In particolare, l’indice paneuropeo Stoxx 600 In rialzo dello 0,3% a 459,02 punti, con il settore minerario che alimenta gli scambi con guadagni dell’1% e le banche che si muovono del +0,6%, mentre i titoli energetici sono in calo dello 0,4% oggi dopo il rimbalzo di ieri.

Sulle tavole europee nazionali i tedeschi DAX I francesi sono saliti dello 0,25% a 15.616 punti CAK 40 rafforzato dello 0,2% a 7.358 unità, così come gli inglesi FTSE100 ovvero 7.701 unità con un +0,4%.

Il quadro è simile nei mercati della regione europea, con quello italiano FTSEMIB in aumento dello 0,15% a 27.211 unità, mentre in Spagna il Capricorno 35 è aumentato dello 0,6% a 9.204 punti.

Come accennato in precedenza, il quadro petrolifero sembra stabilizzarsi con un balzo di oltre il 6% ieri dopo che l’OPEC ha deciso di tagliare la produzione di oltre 1 milione di barili al giorno.

Gran parte del balzo dei prezzi è stato dovuto alla massiccia carenza di petrolio, una tendenza che era iniziata prima della decisione ma che sembrava essere in forte accelerazione.

Così, i prezzi del petrolio oggi mostrano un aumento controllato dello 0,5% nel range di 85 dollari al barile per il Brent (a 80 per il Wti americano).

Secondo gli analisti di JPMorgan, la mossa dell’OPEC è stata più di natura precauzionale, in quanto hanno indicato che si aspettavano che qualcosa di simile sarebbe stato fatto prima. Tuttavia, hanno mantenuto le loro previsioni sui prezzi per la seconda metà del 2023 a 89 dollari al barile, salendo a 94 dollari nel trimestre più recente e 96 dollari entro la fine dell’anno.

Da parte sua, Goldman Sachs vede prezzi a 95 dollari al barile nel dicembre 2023.

Altrove, passando alla scottante questione della politica monetaria, il banchiere centrale austriaco Robert Holzmann ha affermato ieri che un altro forte aumento dello 0,5% dei costi di indebitamento in Europa era “ancora sul tavolo” escludendo qualsiasi turbolenza nel sistema bancario globale.

Nel corso della giornata, gli investitori dovrebbero concentrarsi sull’ultima assemblea generale annuale del Credit Suisse prima della sua acquisizione da parte di UBS.

Anche sui mercati asiatici questa mattina il quadro è stato sostanzialmente positivo, seppur con un rialzo contenuto.

Giacinta Lettiere

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