“Sono un eretico, ma ho salvato il tennis italiano”

Angelo Binaghi, in un’intervista esclusiva al quotidiano italiano Corriere dello Sport, ha rivendicato il lavoro che ha svolto e continua a svolgere come capo della Federazione Italiana Tennis e Padel.

Impossibile negare la crescita di un movimento, quello maschile, che da anni non produce risultati di tale portata.

. Vittorie Masters 1000, finali Slam e qualificazioni Masters: il tennis italiano torna a sognare in grande.

Ha detto che: “So di essere un eretico. Ma l’eresia applicata a noi stessi produce grandi risultati. Non dico questo, sono dati trattati da terze parti.

Ho salvato il tennis. Ricordo che all’inizio tutti fuggirono dalla Federazione. Oggi parliamo di una realtà che in vent’anni ha quadruplicato il numero dei suoi iscritti e che dà lavoro a più di mille persone mentre in passato non arrivava a cento.

Non voglio essere troppo zelante. Ho appena presentato un nuovo contesto: abbiamo i soldi che ci permettono di avere filosofie opposte. Binaghi ha ricordato le polemiche sorte lo scorso anno quando si doveva prendere una decisione sulla presenza di russi e bielorussi.

Binaghi: “Ho salvato il tennis”

Binaghi ha poi detto: “Dovresti chiedere al Coni. E Pasqua, voglio evitare polemiche perché sono un piccolo gestore di periferia.

Ricordo solo che un anno fa ad Andrey Rublev e Daniil Medvedev fu chiesto di non giocare a Roma per rispettare le linee guida del Cio, mentre oggi mi sembra che stiamo andando nella direzione opposta.

Siamo stati costanti nel nostro piccolo e se avessimo preso una strada diversa avremmo messo a repentaglio la sopravvivenza degli Internazionali, un retaggio dello sport italiano”. Una domanda CONI? Impossibile.

La mia filosofia è esattamente l’opposto, nel bene e nel male. Dove vedo bianco, Coni vede nero. Sostengo il tentativo di creare il sistema più efficiente possibile.

Il mondo dello sport italiano è capovolto, l’efficienza è dirompente, bisogna separare, condividere”.

Casimiro Napolitani

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