Pochi giorni fa sono trascorsi 80 anni dalla nascita del celebre musicista italiano Luca Della (1943-2012) che, oltre alla musica, aveva un’altra grande passione: il basket! Come la maggior parte dei bolognesi, il suo cuore batteva per la Virtus. Come la maggior parte dei fan di questo club, pensava che Predrag Danilović fosse la più grande stella nella storia di questo club…
Mentre Danilović è entrato orgogliosamente in campo l’altro ieri nella sala della Virtus, prima della partita con il Partizan, accolto da diecimila applausi – come una leggenda di entrambi i club – i ricordi della sua prima notte in questa città sono sicuramente riemersi . Era il 16 marzo 1992, meno di tre settimane dopo il suo 21esimo compleanno. Fu allora che Lucho Dalla lo vide per la prima volta, vedendolo come un “nemico”, senza sospettare che in quel preciso momento fosse nata una grande amicizia.
“La prima volta che ho visto Danilović è stata in una serata regale. Giocava ancora al Partizan e il giorno dopo è venuto a Bologna per distruggerci in una partita di Coppa dei Campioni. Era con i suoi due amici e una donna bellissima, alto quasi quanto lui. Mi ha colpito molto la sua compostezza, ma da come si muoveva sembrava una rondine in jeans…” scriveva Dala nella sua rubrica per “Republika” il 14 maggio 1995, in cui diceva addio all’amico Danilović, che ha poi deciso di lasciare il Bologna e proseguire la sua carriera in NBA.
Dala aveva una buona sensazione. Danilović ha davvero distrutto la Virtus, capocannoniere in entrambe le partite dei quarti di finale a Bologna, che hanno aperto le porte del Partizan alle semifinali di Istanbul, dove sono diventate campioni d’Europa. In campo, agitava così tanto i suoi “remi” (Dala descrive la sua andatura nel suo testo, “come se stesse fluttuando e agitando le mani-remo mentre tagliava l’aria invece che l’acqua”) che la difesa della Virtus si è distesa davanti a lui. Quella sera, sebbene depresso per la sconfitta del suo club, credeva che ci fosse un giocatore di basket che potesse mettere in ombra Jim McMillan (la prima stella della squadra nei primi anni ’80. -venti del secolo scorso). Voleva così tanto che Danilović si trasferisse al Bologna che lo suggerì persino al proprietario del club Alfredo Cazzola.
Pochi mesi dopo, Danilović ha firmato per la Virtus.
Segue l’epoca d’oro del basket bolognese, con le ambizioni delle vicine Virtus e Fortitude (Danilović vs Đorđević) mai così alte. Dopo tre titoli di campione d’Italia consecutivi (1992-1995), la Virtus non ha avuto la forza di tenersi un giocatore così potente. Danilović stava preparando le valigie per Miami e Dala ha concluso la sua colonna “Republica” con le parole:
“Proprio come le rondini, quando vanno e vengono in inverno, rimaniamo senza di loro e senza altre cose che ci rendono felici con loro.” Credo che Sasha non tornerà o, se tornerà, non sarà lui: sarà quasi come lui, senza una parte del suo cuore… Per amore, per devozione e per sempre. Addio Rondine, cerca un nuovo cielo.
Danilović è comunque tornato, dopo appena due anni in NBA, e ha portato la Virtus allo storico primo titolo di Campione Europeo (1998). Bologna ha regalato altri tre anni indimenticabili, durante i quali il pubblico ha respirato al ritmo dei suoi movimenti. Il “canestro da quattro punti” (tre punti più tiro libero), nel derby del City, attraverso Dominic Wilkins, sarà ricordato come l’apice delle sue capacità. Un capolavoro per il suo quarto titolo italiano…
Lucho Dalla, rispettato intrattenitore italiano e incompreso talento cestistico (scherzava su se stesso, dicendo che gli mancavano pochi centimetri per essere un buon playmaker), è morto di infarto il 1° marzo 2012. Tra le 50.000 persone presenti al suo funeral era il suo giocatore di basket preferito, arrivato da Belgrado. Non visse abbastanza a lungo per vedere le lacrime di un amico di cui ammirava tanto il coraggio.
L’altro ieri a Bologna, quando Danilović ha mostrato un sorriso imperfetto con l’angolo della bocca alla folla esultante, molti probabilmente hanno pensato che fosse invecchiato e addolcito. In realtà era un piccolo cenno a Dala, che sembra essere lì, anche se non è sugli spalti. L’inizio di marzo è quando Bologna ricorda il suo musicista preferito. Ma il ritorno di Lasta ancora una volta ha messo in ombra tutto il resto…
Mentre il titolare della Virtus Massimo Zanetti, al centro del campo, ha consegnato la maglia del club del giorno a Danilović con il suo nome e numero cinque (l’unico straniero la cui maglia è stata issata sotto le arcate della sala e il suo numero ritirato dall’uso), sugli spalti è apparso un grande striscione:
– Saša, Bologna sarà la tua casa per sempre.
“Typical communicator. Infuriatingly humble Twitter enthusiast. Zombie lover. Subtly charming web geek. Gamer. Professional beer enthusiast.”