Da metà estate, l’Italia ha annunciato l’intenzione di ritirarsi dall’iniziativa cinese Belt and Road (la Nuova Via della Seta), sottolineando che l’accordo finora non ha portato i benefici attesi per l’economia italiana.
In un incontro personale con il primo ministro cinese Li Qiang a margine del vertice del G20 in India, il primo ministro italiano Giorgia Meloni lo ha informato dei piani dell’Italia di ritirarsi dall’iniziativa.
Secondo un articolo di Bloomberg, nel corso dell’incontro la Meloni ha assicurato al premier cinese che l’Italia intende uscire dall’ambiziosa iniziativa infrastrutturale ma intende comunque mantenere rapporti amichevoli con Pechino. L’Italia ha aderito ufficialmente alla Belt and Road Initiative nel 2019.
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Secondo il rapporto, Meloni studia da tempo come comunicare il suo cambiamento politico a Pechino in mezzo alle forti preoccupazioni su possibili ritorsioni commerciali.
Nell’ambito dei suoi sforzi diplomatici, la Meloni ha annunciato l’intenzione di visitare la Cina nei prossimi mesi. Si prevede che questa visita diplomatica sarà cruciale per risolvere la delicata questione. In particolare, l’ambasciatore cinese in Italia aveva precedentemente lanciato un forte avvertimento, affermando che potrebbero esserci “conseguenze negative” per l’Italia se continuasse a ritirarsi dalla Belt and Road Initiative.
La decisione dell’Italia di ritirarsi dal patto di investimenti rappresenta un importante cambiamento politico e sottolinea il delicato equilibrio che il Paese deve mantenere tra le sue relazioni internazionali, in particolare con gli Stati Uniti e la Cina.
Volta le spalle alla Cina
All’inizio di agosto, è stato rivelato che Roma stava cercando un modo per uscire dall’importante accordo economico sugli investimenti provenienti dalla Cina come parte di un maggiore spostamento verso l’Europa e gli Stati Uniti.
In passato Roma ha cercato di frenare i tentativi di acquisizione di aziende italiane da parte di aziende cinesi, che spesso nascondevano aziende statali cinesi. Ora sta seriamente valutando la possibilità di non estendere l’accordo sulla Via della Seta alla fine dell’anno e sta ora cercando un modo per farlo senza interrompere in modo significativo le relazioni con Pechino e innescare altri tipi di ritorsioni economiche.
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