La generazione immortale – Notizie Chaniotika

La maggior parte degli uomini desidera evitare il servizio militare o completarlo nel modo più rapido e delicato possibile.
Vogliamo che ci venga risparmiata la sofferenza psicologica e fisica che ciò può comportare per poter continuare i nostri studi o realizzare la nostra riabilitazione professionale.
La generazione degli anni Quaranta non aveva questa opportunità. A quel tempo, i giovani erano chiamati alle armi per adempiere al loro dovere nazionale.
Sopravvissero a tutte le difficoltà della guerra senza lamentarsi. Perché molti studi e progetti sono stati rinviati o interrotti.
Molti caddero senza essere sepolti, con adeguati riti religiosi e come ricordo avevano un mucchio di pietre appuntite.
La generazione degli anni Quaranta dedicò tutti i suoi anni produttivi al servizio della guerra e della liberazione.
Gli uomini arruolati o prestati servizio nelle forze armate greche riuscirono a sconfiggere una potenza coloniale come il Regno d’Italia.
Questa era costituita non solo dalla penisola italiana, dall’Albania e dal Dodecaneso, ma anche dalle colonie africane (Libia, Etiopia, Eritrea, Somalia), che disponevano di importanti aree sotterranee e di preziosi punti strategici.
Così loro, la gente comune delle città e delle campagne, cittadini di un paese che cercava ancora di riprendersi dagli effetti del disastro del 1922, annientarono un esercito coloniale che disponeva di migliore addestramento, tecnologia ed equipaggiamento, dando loro che erano riusciti a diffondersi attraverso due continenti.
Nella nostra stressante e frenetica vita quotidiana, noi semplici mortali dovremmo onorare i soldati immortali dei Monti Pindo. E ricorda che nulla è impossibile se c’è determinazione e coraggio.
*In ricordo del tenente Panagiotis Makratzis, caduto sulle alture di Trembesina il 2 novembre 1941 e lì rimasto per sempre. La sua piccola foto decorata con foglie di alloro in ogni anniversario di Non a casa di mia nonna.

*Mihalis Smyrlakis ha conseguito una laurea in storia presso l’Università dello Ionio

Giacinta Lettiere

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