Podcast. Leonardo David, il destino spezzato dell’uomo dotato che avrebbe dovuto dominare lo sci alpino

Per questo primo episodio di Piste Noire, il nuovo podcast di Delfinato Liberé Ci dedichiamo alle storie poco conosciute degli sport invernali e approfondiamo il destino spezzato di Leonardo David. Il talentuoso italiano, vincitore della Coppa del mondo di sci alpino nel 1979 a soli 18 anni, pochi giorni dopo rimase vittima di due cadute mortali.

Da Storia: Julien Morin
08:00| aggiornato alle 08:57

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Il regno di Leonardo David può iniziare. In questo giorno, 7 febbraio 1979, cadeva la neve a Holmenkollen, a una decina di chilometri da Oslo in Norvegia. Ma il 18enne italiano ruba. Due mesi prima era salito sul podio alla sua prima Coppa del Mondo ai giganti di Schladming e aveva vinto entrambe le gare. E lo scalpo della leggenda Ingemar Stenmark: il più grande sciatore di tutti i tempi.

“Il paese è impazzito, la gente è scesa in strada”, racconta Davide, il padre del giovane campione, nell’opera dal titolo Leonardo David, la leggenda di Ragazzino Campione. La stampa italiana e i media specializzati di tutto il mondo sono indignati. ”Un re si inchina al nostro David”, titolo Nevesport. “Davide sconfigge Golia”, dice un giornale svizzero. “Con lui arriva la nuova valanga blu”, è toccante Corriere Dello Sport…Tutti sono pazzi di questo giovane, così talentuoso, così laborioso, così allegro, così bello.

Due cadute in 15 giorni: non scierà mai più

Il futuro sembra luminoso. E Leonardo David lotta per realizzare il destino da campione che lo attende. Con l’obiettivo di vincere la Coppa del Mondo assoluta, ha deciso di tornare alla discesa libera per competere nella combinata.

Il 16 febbraio 1979, appena nove giorni dopo la vittoria, gareggiò nella discesa libera dei Campionati Italiani a Cortina d’Ampezzo. È passato un anno dall’ultima volta che ha lanciato a tutto gas sulle lunghe piste.

30 secondi dopo che se ne è andato… è la caduta. HA Solo 80 km/h, ma la sua testa sbatte più volte sulla neve ghiacciata per oltre cento metri. “Quando sono arrivati ​​i soccorsi ho visto Leo seduto in pista, ma agitava la mano per far capire che era tutto ok”, ricorda Michele Stefani, tecnico federale italiano.

“Lo ricordo in particolare che lamentava molti mal di testa”

Va tutto bene, non proprio. “Dopo essere uscito dall’ospedale venne a trovarmi a Milano, facemmo un giochino di riflessi e mangiammo un gelato”, ricorda Maria Rosa Quario, sua compagna di squadra in Nazionale. Ma soprattutto ricordo che lamentava moltissimi mal di testa. »

Leonardo David nasconderà questo grattacapo per volare negli Stati Uniti, dove si svolgeranno le gare preolimpiche, un anno prima delle Olimpiadi. Sta soffrendo, ma è impossibile mancare a questo incontro. Così il 3 marzo è decollato da Lake Placid e si è schiantato di nuovo. Ma questa volta non si riprenderà.

Prima della sua morte, avvenuta il 26 febbraio 1985, iniziò un calvario durato sei anni.

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Casimiro Napolitani

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