Italia: 23% per i Democratici, 23% per Meloni

Il centrosinistra sta cercando di mobilitarsi, ma in alcuni punti le differenze sono insormontabili. E Georgia Meloni di estrema destra spera di essere eletta premier e “poi spaccherà i ministeri”.

Continua la campagna elettorale italiana con le sue peculiarità ei suoi punti di forza unici. Il Pd di centrosinistra sta cercando alleati per colmare il divario con la fazione conservatrice.

A questo punto i Democratici si assicurano il 23% delle intenzioni di voto, così come l’estrema destra, i Fratelli d’Italia. Alla coalizione progressista si sono aggiunti il ​​partito di centrista Azione, ambientalisti italiani e Luigi Di Maio, ex “Cinque Stelle” e ministro degli Esteri.

Il problema, come in passato, è che questo ampio consenso rischia di confondere gli elettori. In sostanza si chiede loro di votare per un’alleanza in cui, ad esempio, Azione è filonucleare ei Verdi si oppongono senza possibilità di trattativa. I “democratici” chiedono anche una tassazione straordinaria dei redditi più elevati, mentre le forze più moderate vedono quasi questa come una sfida.

Meloni: “Casa, Religione, Famiglia”

Naturalmente, c’è anche l’alleanza opposta. Dal centrodestra Matteo Salvini ha già dichiarato di voler tornare ai suoi vecchi doveri e assumere la carica di ministro dell’Interno come due anni fa. Ha anche visitato l’isola di Lampedusa e ha insistito sul fatto che la politica anti-immigrazione dell’attuale governo era inefficace.

“Ci occuperemo dei vari ministeri dopo che saranno resi noti i risultati delle elezioni”, ha replicato Giorgia Meloni, leader dei Fratelli d’Italia di estrema destra. Meloni, invece, spera di essere eletta presidente del Consiglio e insiste che i suoi principali punti di riferimento siano: “casa, religione e famiglia”.

Infine, c’è la certezza dell’attuale presidente del Consiglio, Mario Draghi. Ha ufficialmente detto che non vuole più essere coinvolto in politica. Tuttavia, nella sua recente conferenza stampa, molti analisti hanno ritenuto che la porta non fosse del tutto chiusa. A condizione che venga nuovamente interrogato con insistenza dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in caso di grave impasse post-elettorale.

Theodoros Andreadis Syngellakis, Roma

Fonte: Onda tedesca

Giacinta Lettiere

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