Il patrimonio degli italiani nel Gers e oltre in Francia beneficia di una bella mostra negli archivi dipartimentali e di una serie di conferenze.
Non c’è una sola emigrazione italiana nel Gers, ma diverse ondate, dall’Ottocento alla metà del Novecento, e altrettanti motivi per partire per gli sradicati. Una mostra, Ciao Italia, ripercorre questo esodo negli archivi dipartimentali del Gers da sabato 17 settembre al 16 dicembre.
Il patrimonio italiano fa parte del patrimonio del Gers. Ciao Italia, presentato dal Museo di Storia dell’Immigrazione nel 2017, è stato in gran parte localizzato per spiegare il fenomeno nel dipartimento. Documenti, spesso mai presi dalle riserve, illustrano questo contributo.
Su grandi pannelli, il visitatore può scoprire l’inizio dell’immigrazione italiana in Francia, dal 1860 quando l’Italia fu unificata, poi nel 1880 quando la Tunisia passò sotto il protettorato francese. Ma soprattutto negli anni ’20, quando molti italiani fuggivano dal fascismo, il Gers vide l’arrivo di intere famiglie che andavano a lavorare nei campi. «Il cambio di prospettiva degli italiani risale al dopoguerra», spiega il direttore dell’archivio Pascal Geneste. “Si può parlare di Dolce Vita e la Vespa presentata in mostra testimonia questa nuova, positiva visione della vita Art of Life”.
Attraverso la mostra il visitatore scopre la diffusione di questa immigrazione e le sue specificità. “Gli italiani vennero con la loro pietà e le opere cattoliche molto attive. Ma anche con la passione per lo sport, dove spiccano tanti guasconi!” L’integrazione degli italiani avviene anche attraverso il rugby. Anche attraverso il lavoro: mercanti, artigiani, capomastri, hanno plasmato il panorama economico del Gerser. L’archivio del dipartimento presenta documenti delle riserve, ma anche tesori di famiglia. La discendenza italiana di Gersoi ha prestato foto, lettere, documenti di famiglia… Un patrimonio ricchissimo di informazioni e, in prospettiva, molta emozione per i discendenti di questo popolo sradicato.
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