Allo stato attuale delle cose, non solo a causa delle relazioni con la Russia, l’adesione all’Unione europea (UE) potrebbe essere permanentemente inaccessibile per la Serbia, ha stimato Vladimir Gligorov, associato dell’Istituto di economia internazionale di Vienna, in un testo d’autore per NIN.
Naturalmente, se le autorità serbe raggiungessero un accordo con il Kosovo, se la Bosnia Erzegovina diventasse più democratica, le cose sarebbero diverse. Ciò è particolarmente improbabile ora ed esclude qualsiasi progresso nell’integrazione europea, ha affermato Gligorov.
Quali potrebbero essere le conseguenze?
Più o meno come negli ultimi 30 anni, ritiene Gligorov, indicando i dati sul ritardo della Serbia rispetto ai paesi membri dell’UE vicini: demografia, crescita della produzione, produttività.
Gligorov sottolinea inoltre che le condizioni favorevoli agli investimenti, come quelle degli ultimi dieci anni, sono venute meno, non solo a causa della guerra in Ucraina, dell’inflazione, ma anche perché la Serbia non è “sicura” dall’adesione all’UE e intende separarsi immediatamente da questi paesi per quanto riguarda le sanzioni contro la Russia.
Quella che Vučić chiama pressione è solo un’attività diplomatica volta ad ottenere la collaborazione della Serbia per le decisioni che verranno prese, in un modo o nell’altro, a prescindere dalla posizione assunta dalle autorità serbe.
In questo modo, la situazione attuale non è diversa da tutto ciò che è accaduto negli ultimi 30 anni, ha affermato Gligorov.
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