Arrestati tre dipendenti del complesso “Rajska banja”.

L’Ufficio per il Kosovo e Metohija ha espresso le sue più sentite condoglianze alle famiglie dei serbi morti ieri durante i tragici eventi avvenuti nel villaggio di Banjska, comune di Zvečan, nonché alla famiglia del poliziotto albanese ucciso.

Come si legge nella dichiarazione firmata dal direttore dell’Ufficio per il Kosovo e Metohija, Petar Petković, da un anno Belgrado invia alla comunità internazionale costanti avvertimenti “che la violenza quotidiana e le provocazioni di Aljbin Kurti nei confronti del popolo serbo in il nord del Kosovo e Metohija possono portare a tragedie e conseguenze imprevedibili”.

“Purtroppo questo è successo ieri. Aljbin Kurti ha costantemente distrutto ogni possibilità di dialogo e di normalizzazione delle relazioni, fino allo spargimento di sangue nel nord del Kosovo e Metohija. Il nord del Kosovo e Metohija era un’area di coesistenza pacifica, fino alla decisione speciale di Kurti. “Le forze armate hanno iniziato ad operare lì e Kurti sta attuando il suo piano di pulizia etnica dei serbi”, si legge nel comunicato.

Aggiunge che “durante i terribili avvenimenti di Zvečan abbiamo notato che le unità speciali di Kurti volevano mostruosamente la morte dei serbi e ridevano forte dei serbi che erano stati uccisi”.

“Per questo sosteniamo la richiesta della Lista serba che le missioni internazionali svolgano un’indagine imparziale sull’azione delle forze speciali del Kosovo durante gli avvenimenti di Zvečan”, sottolinea Petković.

“Da quel momento, i serbi nel nord del Kosovo e Metohija soffrono un terrore senza precedenti, sul quale non sentirete una parola di condanna da parte dei rappresentanti internazionali. Dalla notte scorsa, le forze speciali di Rosso sono entrate nelle case serbe e hanno picchiato i civili, schiaffeggiandoli e li hanno insultati. Durante la giornata nel nord, sono stati portati per diverse ore un autista e un tecnico dell’ambulanza serba alla base Rosu a Brnjak. Oggi sono state distrutte parti del complesso “Rajska banja” e tre dipendenti sono stati arrestati arbitrariamente e la polizia del Kosovo ha inoltre demolito la sede della posta a Banjska”, sottolinea Petković.

Egli sostiene inoltre che l’evento di ieri “è stato usato da Pristina come un’opportunità per commettere il terrore più puro nel nord del Kosovo e Metohija, dove le forze speciali di Kurti hanno molestato i civili serbi durante il giorno”.

“Se la KFOR e l’EULEX l’anno scorso sono rimaste passive di fronte al terrorismo di Kurti, nonostante avessimo avvertito quasi quotidianamente che la situazione poteva andare fuori controllo, ora è l’ultimo momento per loro di intraprendere un’azione decisiva per porre fine al la furia della polizia albanese nel nord del Kosovo e la pace regnava a Metohija”, nota Petković.

“La Serbia invita gli attori della comunità internazionale ad adottare urgentemente misure concrete affinché la guerra e la politica di occupazione di Kurti siano frenate e che alla regione venga risparmiata una nuova battuta d’arresto per una pace conquistata a fatica”, conclude il comunicato stampa.

Arduino Genovese

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