Ora è ufficiale. Abbiamo una nuova disciplina olimpica: si chiama criticare l’Italia. Una logica conseguenza del trend che nelle ultime settimane ha registrato una netta accelerazione, segno che si sta intensificando la preparazione di politici e presunti esperti internazionali per i Giochi Olimpici di Parigi.
Il primo ministro canadese Justin Trudeau è stato l’ultimo ad iscriversi oggi al test individuale, aprendo l’incontro con Giorgia Meloni a Hiroshima dicendo: “Siamo preoccupati per la posizione dell’Italia sui diritti LGBT”. .
E non è unico. Solo nelle ultime settimane ci sono stati attacchi da vari paesi. La Francia è particolarmente impegnata su questo fronte; Prima il ministro dell’Interno Darmanin ha detto che “la Meloni non sa come affrontare la questione profughi”, poi ci sono le dichiarazioni del leader del partito di Macron Stéphane Sejourné, che pochi giorni fa ha definito la legge e il governo italiano. si riferisce sempre ai migranti…
Questa offensiva francese deve aver preoccupato i Paesi avversari sui Giochi Olimpici, da qui l’accusa da Madrid, il ministro del Lavoro Yolanda Diaz: “Il decreto si rivolge a lavoratori e lavoratrici e porta ‘l’Italia’. Modello di contratti di rottamazione”.
Non poteva mancare un segnale dall’Oltremanica, questa volta dal Financial Times, che, in un articolo pubblicato due giorni fa, ha esposto tutte le lamentele e i problemi del nostro Paese legati al PNRR (burocrazia, ritardi, progetti folli.. .). .).
Potremmo continuare all’infinito con l’elenco dei paesi partecipanti e le accuse contro il nostro paese e il nostro governo, perché purtroppo oggi stiamo pagando questa cattiva abitudine, con la testa bassa e le concessioni che abbiamo fatto a tutti per decenni (ricordate). . La vergognosa risata di Merkel-Sarkozy a Berlusconi…). Abbiamo imposto sanzioni, accuse e atteggiamenti di superiorità a tutti, spesso a persone e nazioni che non avevano titoli.
Come se oggi nessuno avesse titoli. I dati economici provenienti da Bruxelles (non da Palazzo Chigi) mostrano che l’Italia è cresciuta più velocemente di qualsiasi altro grande paese europeo negli ultimi tre mesi; più della Francia, più della Spagna, più della Gran Bretagna. Ma non è solo questo, per fortuna oggi c’è qualcuno che risponde, ea toro.
“Quando si tratta dei diritti della comunità LGBT, applichiamo le regole che esistevano prima della mia amministrazione”, ha risposto Meloni. “La critica al nostro Paese è solo un regolamento interno…”, aveva sempre commentato il presidente del Consiglio con le parole di Darmanin, senza infiammare la polemica. Tanto che due giorni fa Macron si è schierato con la stessa Roma: “Non possiamo lasciare l’Italia da sola…” ha dichiarato il presidente francese, smentendo il suo ministro e il suo stesso partito. Il tempo per imparare dagli altri è finito; anche il tempo della supremazia. Oggi la percezione internazionale dell’Italia è cambiata, è molto, molto più forte di prima. E questo nonostante le preoccupazioni e le previsioni dei soliti gufi della Meloni dopo l’elezione di un’Italia isolata.
Lascia che gli altri parlino, allena la loro lingua e la loro penna. Ma per le medaglie dovremmo. I nostri rinomati orafi sono pronti ad incidere nell’oro, nell’argento e nel bronzo un tipico proverbio italiano forse poco conosciuto all’estero: “Chi cura i suoi affari vive 100 anni”.
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