Bruno Roselli: il motivo per cui lo chiamavano “il matto dai balconi” di Lima

Bruno Roselli era conosciuto in molti modi nella Lima dove viveva. (Scudi)

Per molti peruviani e stranieri, Lima è una delle capitali più belle del Sud America e in tutto il mondo. Uno dei bordi che è stato preso in considerazione per arrivare a questa conclusione è la sua bella architettura vicereale che lo circonda e che è rimasta quasi intatta (per la maggior parte) sin dalla sua stessa costruzione. Più di due secoli fa.

Ma c’è un dettaglio della villa tre volte sacra della città che impazzito (o innamorato, che è la stessa cosa) per uno dei personaggi più accattivanti che il centro di Lima abbia mai conosciuto.

Questo è l’insegnante Bruno Rosselliun professore di architettura di origine italiana che non ha fatto letteralmente altro che mostrare un amore, come pochi, per i balconi della capitale Perù. Ed ecco la sua storia.

Bruno Roselli indica uno dei tanti balconi che ha contribuito a salvare (Caretas)

Nato nel 1889 a Firenze (Italia) il suo nome completo era Bruno Carlo Dionigio Amulio Antonio Roselli Cooni. Diplomatosi al Liceo Galilei, nel 1907 si recò negli Stati Uniti, dove si dedicò all’insegnamento dell’arte italiana all’Adelphi College di Brooklyn (New York).

Trascorse diversi anni negli Stati Uniti e in vari centri di studio come insegnante, fino allo scoppio della guerra nel 1939. Seconda guerra mondiale e i suoi studenti dell’Università di Chicago iniziarono a chiamarlo ‘fascista’, solo per essere italiano. Roselli si difese dicendo che aveva studiato il fascismo, ma non era fascista. L’intolleranza in tutto il suo splendore.

Temendo di essere deportato nel suo paese che stava morendo dissanguato in una guerra assurda (lo sono tutti), il professore decise di restare in territorio americano ma più a sud. È così che è arrivato in Argentina ed è diventato professore al Università di Cuyo (Mendoza).

Fino a quando non arrivò in Perù nei primi anni ’50 e insegnò storia dell’arte generale al Università Nazionale di San Marcos e ha fondato il Seminario di Storia dell’Arte dell’Istituto Riva Agüero dell’Università Cattolica.

E dopo aver visto il centro storico di Lima e la bellezza dei suoi balconi, ha preso la decisione di farlo prendersi cura e conservare tutto quello che potevo.

Bruno Roselli durante una delle sue visite alla famosa Quinta Heeren (Caretas)

Da buon fiorentino, la sensibilità artistica era una delle sue caratteristiche principali. La stessa che cercava di commuovere i suoi studenti ogni volta che li portava fuori dall’aula per osservare la bellezza del ‘balconi a cassetta’ Lime.

Questo entusiasmo lo ha portato a fare altri tipi di cose folli. Ad esempio, nel 1961, organizzò un concorso speciale per vedere chi riusciva a trovare il posto perfetto per vedere più balconi. Il vincitore porterebbe a casa la somma irrisoria di 250 suole.

L’osservatore felice lo ha scoperto da allora gli angoli dei lembi Ucayali e Carabaya si potevano vedere fino a 28 balconi.

Forse uno dei momenti più critici della sua vita è stato quando ha scoperto che molti dei suoi amati balconi iniziato ad essere distrutto cedere il passo alla modernità.

Per molto tempo è stato un segreto dove Bruno Roselli teneva i suoi balconi (Caretas)

Rosseli ha visto questo come un affronto alla storia e all’arte e ha deciso di iniziare a comprarne quanti più poteva. con i propri soldi.

Secondo l’ambasciatore Juan Alvarez Vita (che fu allievo del Roselli), venne invece il professore italiano e parlò con gli operai responsabili. Dopo aver fatto un affare economico, prese il suo prezioso tesoro e li portò in un pezzo di terra donato da un altro dei suoi studenti del università cattolica.

Era il suo nuovo modo di vivere: viaggiava per tutto il Centro di Lima compra e conserva i balconi nella vaga speranza di restaurarli per rimetterli in qualche casa.

Bruno Roselli era già un personaggio abbastanza ben cucinato alla fine degli anni Cinquanta (Archivio quotidiano Última Hora)

All’inizio del 1970, già vecchio e stanco per tanto lavoro, fu superato da una terribile malattia che non gli ha permesso di alzarsi dal letto.

Senza forze e con pochissimi soldi da investire nella sua salute, Bruno Rosselli cessò di esistere alle 5 del mattino di a 24 settembre 1970quando aveva già 81 anni.

I balconi, che aveva così assiduamente acquistato e recuperato, avevano anche un triste ultimo capitolo. Sebbene ci siano due versioni di questa situazione.

Il primo indica che uno dei guardiani della terra dove ha custodito, a Rímac, una notte di freddo intenso ha pensato che fosse una buona idea. riscaldare il luogo accendendo un falò. Questo incendio è saltato sul balcone e, sfortunatamente, li ha consumati tutti.

Il secondo, forse un po’ più crudele, dice che dopo essersi ammalato, Roselli a corto di soldi per pagare l’affitto l’appartamento dove abitava. Quindi il proprietario, in un atto di vendetta, ebbe l’idea di bruciare i quasi 50 balconi che il maestro d’arte custodiva così tanto.

Ma la sua vita non passerà invano, tanto meno per il più famoso dei suoi allievi, Mario Vargas Llosa. Ed è che il premio Nobel per la letteratura ha ritratto la sua vita nell’opera teatrale del 1993, “El loco de los balcony”.

Drina Piccio

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