A causa del cambiamento climatico, l’Italia sta affrontando la peggiore siccità dagli anni ’50, soprattutto nel nord del Paese.
A Milano le autorità hanno chiuso pozzi e addirittura avvertito della necessità di razionare l’acqua a causa della siccità provocata dall’ormai grave cambiamento climatico. Allo stesso tempo, il fiume Po, il più grande del Paese, si sta prosciugando, minacciando, tra l’altro, i grandi raccolti del Paese, che riforniscono l’Italia di risotto.
Le foto rilasciate dall’Agenzia spaziale europea (ESA) ora mostrano chiaramente l’entità del disastro, poiché due anni fa l’acqua era molto più alta, quasi sette metri a quote più elevate, poiché l’area piove da più di quattro mesi.
Grandi aree aride sono già visibili sulle sponde del Po nel piacentino. La peggiore siccità dal 1952 ha costretto 125 comunità vicine a trattenere quanta più acqua possibile poiché l’irrigazione dei campi nella regione più intensiva del paese è direttamente minacciata. È significativo che il vicino Lago Maggiore sia vicino al livello più basso dal 1946. Il fiume Po si estende dalle Alpi a nord-ovest fino al Mar Adriatico a est.
La mancanza di pioggia non è l’unico problema, tuttavia, poiché l’avvertimento dell’ESA afferma che temperature insolitamente elevate e la mancanza di neve sulle montagne che normalmente alimentano il fiume stanno peggiorando la situazione.
Dove si produce il 40% del cibo italiano
La Pianura Padana è una delle aree agricole più importanti d’Italia, producendo circa il 40% del cibo del Paese, tra cui grano, riso e pomodori, secondo Euronews.
Il cambiamento climatico ha anche causato lo spostamento del Mare Adriatico di 21 chilometri nell’entroterra lungo il delta del fiume, rendendo l’acqua più salata e minacciando ulteriormente le piante che vi ricevono acqua per l’irrigazione, secondo gli stessi dati.
“L’agricoltura consuma fino al 70% di acqua dolce e data la crescente scarsità d’acqua, l’uso dell’acqua in questo settore deve (diventare) più efficiente”, ha affermato Benjamin Koetz, capo dell’Ufficio per le iniziative sostenibili dell’ESA.
Il danno è particolarmente grave in relazione alle risaie della Lomellina tra il Po e le Alpi
“Normalmente questo campo dovrebbe essere allagato da 2 a 5 centimetri d’acqua, ma ora (…) è una spiaggia sabbiosa”, ha detto a Bloomberg il coltivatore di riso Giovanni Daggetta. Da secoli gli agricoltori locali producono il famoso riso Arborio.
“Questa risaia non è stata irrigata per due settimane ed è già al 90% (…) completamente asciutta”, ha affermato Dagueta. “Il restante 10%, che è ancora leggermente verde, deve essere immerso urgentemente nell’acqua entro due o tre giorni.” Ma con giorni più asciutti nelle previsioni, Daggetta aveva poche speranze in questo.
La mancanza di precipitazioni ha costretto i leader locali in diverse regioni d’Italia a dichiarare lo stato di emergenza per conservare l’acqua e coordinare la gestione delle risorse scarse.
Fonte: OT.gr
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