Chippare cittadini di un altro Paese: si attende l’approvazione del Ministero della Salute

Il titolare della società “Biohax Italia” ha annunciato di essere in attesa dell’approvazione del Ministero della Salute e delle autorità sanitarie italiane per l’installazione di microchip sottocutanei.

Fonte: Tanjug

Foto: Depositphotos, AllaSerebrina

Questi microchip contengono password di carte di credito e di altro tipo, PIN, numeri personali di karate, passaporti, dettagli di abbonamenti, biglietti ferroviari e aerei, password di accesso al posto di lavoro e altri dati.

L’azienda svedese “Biohax”, leader mondiale nella produzione e distribuzione di microchip, è pronta a impiantare 2.500 microchip nei cittadini da Milano a Roma entro pochi mesi, scrive Euronews, come riportato dalla stampa italiana. Decine di migliaia di svedesi e tedeschi sono già stati impiantati con microchip sottocutanei.

Il vantaggio del microchip, secondo il produttore, è che aiuta a risparmiare tempo, evitare code, non ingombrare portafogli e borse con carte diverse… Insomma, questa innovazione tecnologica si presenta come uno strumento pensato per rendere la vita di tutti i giorni più semplice e più facile per i cittadini.

Il microchip sottocutaneo è forse una delle controversie più delicate della tecnologia moderna. I sindacati italiani temono che ciò possa mettere a repentaglio la privacy e i diritti dei lavoratori.

Il microchip, delle dimensioni di un chicco di riso, viene impiantato mediante un’iniezione sottocutanea tra il pollice e l’indice della mano sinistra e rimane invisibile a occhio nudo. L’intera operazione dura pochi minuti e viene eseguita in anestesia locale.

Riguardo alla notizia che il microchip sottocutaneo sta arrivando in Italia, la nota blogger e scrittrice italiana Enrika Peruchetti scrive che è ovvio che controllare la popolazione e limitare in questo modo la privacy sta diventando di moda.

“In questo modo si invoglia la popolazione a installare volontariamente il microchip per ragioni pratiche, perché se tale pratica fosse resa obbligatoria la gente si ribellerebbe. Le fatture elettroniche, i dispositivi contactless e la graduale eliminazione del contante sono solo passi temporanei in questo processo”, ritiene Peruchetieva.

Giacinto Udinesi

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