Cosa aspettarsi dal prossimo governo di Giorgia Meloni in Italia

Giorgia Meloni, leader di Italy Brothers, al seggio elettorale durante le elezioni anticipate a Roma, 25 settembre 2022. (REUTERS/Yara Nardi/File Photo)

In occasione del centenario della marcia su Roma, un partito con radici neofasciste vince le elezioni italiane e sale – legittimamente – al potere. L’analogia è suggestiva e allettante. Ma questo non aiuta a capire di cosa sia il governo Giorgia Melone, il primo guidato da una donna nel paese. Non una riedizione del fascismo, ma un quadro vincolato per la sua sopravvivenza in una situazione delicata equilibrio tra alleati e il collegamenti internazionali della terza economia più grande d’Europa.

Le caratteristiche del trionfo spingono, in primo luogo, il leader di Fratelli dall’Italia cautela: il suo partito ha vinto ma non ha vinto. Si è sviluppato principalmente a spese dei suoi alleati Matteo SalviniSilvio Berlusconi, passando dal 4% nel 2018 al 26,5% di oggi. Dal 1994 il blocco di destra ha ottenuto lo stesso numero di voti, poco più del 40%. L’astensione senza precedenti ei capricci dell’opposizione, che si è mostrata divisa nonostante una legge elettorale favorevole alle coalizioni, hanno ampiamente contribuito a conciliare una vittoria apparentemente inevitabile.

Per questo, Meloni sa che nei prossimi mesi dovrà avere pazienza. Politica esperta e informata, in Parlamento dal 2006, non si impegnerà L’errore di Salvini che, accecato dai consensi attribuitigli dai sondaggi, nel 2019 ha chiesto “pieni poteri”. Un delirio di grandezza che ha segnato l’inizio della sua caduta.

Gli analisti più lucidi prevedono che nei primi mesi del suo governo, Meloni continuerà con la stessa linea di La campagna elettorale: rassicurare l’opinione pubblica e gli alleati internazionali sulla fedeltà dell’Italia alla NATO, sostegno per l’Ucraina e l’ordinata gestione dei conti pubblici.

La contingenza la spinge a mantenere questa linea: per l’Italia, Paese con 2,7 miliardi di dollari di debito pubblico, i margini di manovra saranno molto limitati, con l’aumento dell’inflazione e la crisi energetica che colpisce le famiglie. Il rispetto dei collegamenti internazionali sarà anche la condizione necessaria per ricevere il 220 miliardi aiuti dal piano di rilancio post-pandemia, quasi completato da Draghi.

In tutti i casi, La scelta del prossimo ministro dell’Economia dirà molto.

“Serve una persona autorevole che sappia rassicurare i mercati nazionali e internazionali perché la carica di ministro dell’Economia è la prima posizione che verrà giudicata non solo in Italia ma anche all’estero dove qualcuno potrebbe divertirsi a speculare”, ha detto. . Guido Crosettifondatore di Fratelli d’Italia e fidato consigliere della Meloni: “Se le turbolenze iniziano per un nome scelto male, il governo non farà molto. Meloni ne era consapevole da tempo.

Allo stesso modo, sul fronte interno, Meloni dovrà rassicurare i suoi alleati Salvini Berlusconi, indebolito dalla perdita di consensi e riluttante a stare all’ombra di una donna. Una bella punizione per due maschi alfa come loro. In realtà, Salvini ha già iniziato con la maleducazioneminacciando di non entrare nel governo se non ottiene la carica di ministro dell’Interno.

Il leader della Lega Matteo Salvini, il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi e il leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni al comizio di chiusura della campagna elettorale a Roma (REUTERS/Yara Nardi)
Il leader della Lega Matteo Salvini, il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi e il leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni alla manifestazione di chiusura della campagna elettorale a Roma (REUTERS/Yara Nardi)

La sintesi tra gli alleati appare economicamente particolarmente complessaviste le diverse rivendicazioni delle basi elettorali dei partiti che compongono la coalizione: la Lega di Salvini difende gli uomini d’affari del Nord, Berlusconi i pensionati, mentre Meloni calpesta tra categorie, come tassisti e titolari di terme, che sperano di non perdere i loro privilegi nei settori meno liberalizzati.

In generale, i punti di incontro sembrano generici politiche favorevoli alle imprese e uno riduzione delle tasse per i redditi più alti chiamato imposta forfettaria. Sotto questo aspetto, il diritto italiano 2.0 è più simile al conservatori di Liz Truss che allo statalismo e al corporativismo di Mussolini.

L’impronta di estrema destra del prossimo governo sarà più evidente nel diritti socialidove i margini di manovra e le coincidenze tra alleati sono maggiori: forte nazionalismo, abolizione delle misure di protezione sociale, a cominciare dalla cosiddetta indennità di disoccupazione reddito di cittadinanza-, il possibile restrizione di alcuni diritti civili e del diritto all’aborto (in continuità con quanto accaduto nelle Marche da quando i Fratelli d’Italia hanno assunto il governo della regione), la difesa e la promozione eteronormativa “famiglia tradizionale”una politica di una mano dura sugli immigrati, con la proposta di “blocco navale” per evitare nuovi arrivi via mare. È prevedibile che questi saranno i punti più controversi tra governo e movimenti e partiti di opposizione.

Con queste premesse, La Meloni sarà quindi solo una versione ultra del governo dell’ex banchiere Mario Draghi?

Ci sono elementi che mettono in dubbio questo. Il leader dei Fratelli d’Italia ha progetti ambiziosiche mirano a lungo termine.

La Costituzione è nel loro mirino elaborato dai partiti antifascisti nel secondo dopoguerra.

Fratelli d’Italia propone una riforma che cerca entrambi introdurre il presidenzialismomodificare gli articoli che sanciscono il primato del diritto europeo su quello italianoallo stesso modo di il partito Giustizia e Libertà lo ha fatto in Polonia, uno degli alleati dei Fratelli d’Italia nell’UE.

Un progetto che eliminerebbe in un colpo solo le due principali barriere – parlamentarismo e regole europee – che hanno storicamente arginato le tendenze estremiste in Italia e il risorgere di tensioni e conflitti nel Vecchio Continente.

Un progetto che non sarà facile e richiederà tempo. Ma che Meloni è determinata a promuovere.

“In Europa tutti sono preoccupati per la Meloni al potere e si dicono, cosa accadrà?”, è scivolato in uno dei suoi ultimi atti di campagna. “Dico loro cosa succederà: la festa è finita”.

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Drina Piccio

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