La prima imbarcazione era partita da Sfax, in Tunisia, e secondo i soccorsi sarebbe andata distrutta due ore prima che un motoscafo della polizia economica italiana potesse soccorrerli. Tutto è accaduto a 23 miglia nautiche a sud-ovest di Lampedusa. 45 persone sono state portate vive nel porto dell’isola e 3 risultano disperse. Giovedì scorso una seconda imbarcazione con 42 persone a bordo è salpata al largo della Tunisia.
Ieri la Guardia costiera italiana è riuscita a salvare 14 persone. I restanti 28, secondo molti rapporti, non ce l’hanno fatta.
La notte scorsa un’imbarcazione veloce della Guardia costiera italiana ha trasportato altri 57 sopravvissuti e i corpi di due migranti al Molo Favarolo di Lampedusa. Si tratta di una donna e di un bambino di solo un anno e mezzo, originari della Costa d’Avorio.
Meloni: “Gli immigrati vanno aiutati, ma a casa”
Secondo le autorità italiane queste tragiche morti sono dovute anche alle proibitive condizioni atmosferiche.
Nella zona di mare a sud della Sicilia soffia in questi giorni un forte vento che aumenta notevolmente il rischio di ribaltamento delle navi. È chiaro che, nonostante la recente firma del memorandum di cooperazione dell’UE con la Tunisia, la situazione per il momento non è cambiata. Molti migranti tentano di attraversare il Mediterraneo sulle navi dei trafficanti, sperando di raggiungere la “terra promessa” dell’Europa.
Il governatore Meloni insiste che “gli immigrati vanno aiutati, ma a casa propria”.
Molti osservatori italiani sottolineano però che si tratta di fenomeni che non possono essere modificati e limitati in modo significativo da un momento all’altro. Questa mattina è finalmente arrivata nel porto di Brindisi la nave della ong spagnola Open Arms con 194 migranti e rifugiati. Tra loro ci sono 59 minorenni e casalinghe, la maggior parte dei quali provengono da Eritrea, Egitto, Etiopia e Camerun.
Fonte: Onda tedesca
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