Se i “Citizens” puntano molto su Erling Haaland nell’andata di Champions League, il Real potrà contare sul loro fattore “X”: il nazionale francese è diventato indispensabile in pochi mesi.
È una finale prima dell’ora: il Real Madrid, campione d’Europa in carica, affianca il Manchester City in vetta alla sua quattordicesima Champions League, con un record quasi vergine sulla scena europea ma che impressiona un po’ di più gli avversari.
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Questo poster delle semifinali dei grandi campionati europei di calcio sembra una partita tra l’istituzione e il nuovo potere. E se i “Cityzens” di Pep Guardiola si affidano molto al loro “cyborg” norvegese Erling Haaland, i “Merengue” possono contare sul nazionale francese Eduardo Camavinga, diventato un must in pochi mesi.
E i numeri parlano per lui: a soli 20 anni, Eduardo Camavinga ha vissuto quasi tutto, compresa un’epica finale di Coppa del Mondo in maglia francese, ovviamente. E in due anni, con la maglia del Real Madrid, ha vinto ogni sorta di trofeo: sei in tutto, compresa la Coppa continentale delle Grandi Orecchie.
“Può giocare in tutte le posizioni del campo”
Eduardo Camavinga è una cometa la cui fulminea ascesa ispira ammirazione, a partire dal suo allenatore al Real. “Quello che posso dire di Camavinga è che è un giocatore con qualità eccezionali. In tutte le aree: fisicamente, tecnicamente, tatticamenteassicura l’italiano Carlo Ancelotti. Nonostante sia giovane, sta meglio di prima e sta ancora facendo progressi. Per me può giocare in tutte le posizioni del campo: se lo metto da trequartista va bene, se lo metto al centro della difesa va bene. Ha qualcosa di speciale: è un giocatore speciale‘ ha descritto il tecnico prima di sorridere mentre infilava quell’Eduardo Camavinga’il motore di una Ferrari, non quello di una Fiat 500“.
Per dirla tutta, il ragazzo di Fougères a Ille-et-Vilaine, che si è allenato allo Stade Rennais, è diventato un fulcro del grande Real Madrid e non importa se gioca al centro o in difesa. Da bambino, Eduardo Camavinga voleva fare judo come suo fratello maggiore, ma sua madre non voleva. È stata lei a insistere perché giocasse a calcio.
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