Francia-Marocco deve essere molto più di una partita di calcio!

Sabato sera la Coppa del Mondo ci ha offerto due eventi straordinari che segneranno la storia della competizione, ma anche quella dei nostri due Paesi, Marocco e Francia.

Il prossimo incontro di mercoledì sera simboleggia anche la storia franco-marocchina e sarà molto più di una partita di calcio per le nostre due nazioni perché questa semifinale è piena di simboli, storie condivise e una storia così strettamente intrecciata che questa partita è già “Storia fatta”.

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Ce ne parla anche questo incontro “diversità”, un’era globalizzata, l’immigrazione… e in entrambe le squadre. Quattordici dei 26 giocatori marocchini sono veri immigrati e il numero di doppia nazionalità li rende una delle squadre più aperte al mondo per questa competizione. Alcuni sono nati in Spagna, Paesi Bassi, Canada, Italia, Belgio e ovviamente Francia, tra cui Sofiane Boufal, Amine Harit e Romain Saïss.

La squadra francese che affronterà a “Squadra africana” – è la prima volta che una squadra africana raggiunge le semifinali di un Mondiale – attraverso le sue diverse origini è legata anche alla storia, al passato coloniale o migratorio, da cui provenivano i giocatori, inclusi loro stessi o i loro genitori delle Indie Occidentali, Benin, Camerun, Algeria, Angola, Congo, Mali, Guinea-Bissau, Senegal, Mauritania… mentre Mattéo Guendouzi, di padre franco-marocchino, è intimamente legato a questo incontro.

Questi due team ci permettono di intravedere un futuro promettente basato sulla diversità di percorsi e storie che, insieme ai giovani, sono assi importanti per il futuro dei nostri due Paesi.

Lo sport in questo caso è molto più che sport, è una scuola di vita per i giovani per imparare i valori fondamentali. Nessun angelismo in questo sguardo a queste squadre che si scontrano in semifinale, siamo fuori dallo slogan “nero, bianco, arabo” del 1998, che in Francia oscurava la realtà sociologica e politica del paese di allora.

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La storia e lo sport permettono tuttavia di rendere evidenti i grandi movimenti delle nostre società, ben oltre i punti, i record e le vittorie. I Mondiali (dal 1930) oi Giochi Olimpici (dal 1896) suscitano lotte e questioni che hanno un impatto secondario sulla società nel suo insieme. Grandi personaggi dello sport hanno tracciato confini per abbattere il conservatorismo, aprirsi all’uguaglianza, sviluppare la diversità o la parità, sensibilizzare e combattere la discriminazione. Perché gli stadi sono anche spazi che producono modelli di società che scuotono i mondi del passato.

Il gioco geopolitico: quali sono i temi dietro gli incontri faccia a faccia?

Ancora oggi le difficoltà rimangono in quello che alcuni lo chiamano “l’integrazione” : difficile accesso al lavoro per i giovani se provengono da zone popolari; Discriminazione contro molti giovani francesi “problemi di immigrazione” ; emarginazione delle regioni d’oltremare; Sensazione di essere esclusi e ai margini della storia nazionale… Tante realtà che penalizzano fortemente questo giovane che è comunque un simbolo di successo, coesione nazionale e nella squadra francese ” Vivendo insieme “.

Così, i valori rappresentati dalla squadra francese, dove la diversità di background e origini è vissuta come qualcosa di molto positivo, contrastano con quelli vissuti da gran parte dei francesi. Questa Francia che vince rappresenta i valori dell’impegno, della solidarietà e dell’efficienza, ma soprattutto una reale capacità di vivere e stare insieme, con background diversi, sensibilità diverse, culture e impegni diversi, ma che – insieme – formano un tutto.

Kylian Mbappé, di molteplici origini familiari, ha ricordato in “l’Obs” : “È sempre stato chiaro: sono nato in Francia, i miei genitori sono francesi, sono cresciuto in Francia. Sono francese al 100%. Per me dire che siamo neri, arabi, bianchi è erigere una barriera e nella nuova Francia non c’è barriera, siamo tutti insieme. »

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Perché non seguire l’esempio di questo successo al più alto livello globale nella società odierna?

In effetti, diverse iniziative delle associazioni riscuotono molto successo e devono essere ampliate maggiormente. Il modello sportivo deve servire da riferimento per mobilitare le competenze, da qualunque parte provengano, per costruire il collettivo e contare su una gioventù che domani sarà il futuro del Paese. Si può scrivere una nuova narrativa che rifiuti la discriminazione, i discorsi razzisti o coloro che denunciano un’accusa “ottimo sostituto”.

In questa prospettiva, il mondo dello sport deve evolvere – a tutti i livelli delle sue strutture – e integrare una serie di profonde riforme affinché il modello della squadra francese sia lo sport francese di domani: attraverso la diversificazione degli organismi nazionali e dei dirigenti sportivi locali; attraverso l’ampia espansione dei progetti di integrazione per i giovani dei quartieri popolari o delle regioni d’oltremare; promuovendo le carriere sportive dei giovani attraverso politiche di apprendimento dinamico; mobilitando le aziende francesi che possono sostenere i giovani atleti nel loro impiego e nelle loro future carriere; sostenendo il percorso formativo degli atleti per renderli cittadini consapevoli della società.

Inoltre, se stai guardando questa partita mercoledì sera, devi tenere presente che queste squadre devono essere qualcosa di diverso sul campo rispetto “Modelli di successo”ma anche modelli per costruire società inclusive e cambiare il nostro rapporto con la diversità nelle nostre società.

questa petizione è firmato da Giovanni Filippo Acensi, Presidente dell’Agenzia per l’educazione attraverso lo sport (APELS), Pasquale Blanchard, Storico, Leila Slimani, Scrittore, Samira Hara Bouclet, Giornalista, Presidente del Centre for Young Leaders (CJD) di Parigi, Claudio Leroy, ex allenatore della nazionale di calcio, Mohamed El Assri, ex direttore tecnico nazionale della Federazione reale marocchina di judo, campione africano (Mauritius) 2007, Walid Khyar, campione europeo di judo, Abdeslam Ouaddou, ex calciatore professionista.

Casimiro Napolitani

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