Gioco democratico e antiautoritario – El Sol de Sinaloa

L’apparato politico-elettorale del regime è già in moto per la successione presidenziale. Pasando por encima de la Constitución y de las elettorali leyes, las tres personas ungidas únicamente por el sumo patriarca populista que “encarna a la Nación, a la patria y al pueblo”, según sus uncondicionales en el colmo del integrismo, ya están en plena Campana. Ebrard, Sheimbaum e Adán Augusto sono stati scelti dal proprietario di Morena per essere gli oggetti – le palle o corcholatas, come lui stesso le ha descritte – della giocoleria che il proprietario del circo esegue sul ring per l’intrattenimento e la distrazione dei parrocchiani e antagonisti. In Morena, questo gioco di giocoleria successivo è speciale perché c’è un solo mago, mangiatore di spade, funambolo, mimo, burattinaio, mangiatore di fuoco, trapezista, ventriloquo, acrobata o contorsionista, che è quello che gioca da solo con l’armamentario che dà tutti i loro nomi, gli atti. Tutto il resto – gli attivisti, i simpatizzanti ei candidati alla presidenza di Morena – sono, per il Grande Attore-Elettore, solo il complotto a cui osserverà impassibile e obbedientemente obbediente. Senza la partecipazione genuina, reale ed effettiva dei membri del movimento guidato da López Obrador all’elezione dei suoi leader e candidati, può essere chiamato con molti nomi, ma non è un gioco democratico. Per questo, tra le altre caratteristiche, il nostro Paese è stato recentemente classificato come un “regime ibrido”, un sistema politico che mescola le caratteristiche della democrazia e dell’autoritarismo, cioè una democrazia in transizione verso l’autoritarismo.

Per quanto riguarda l’opposizione, alcuni ritengono che non abbia nulla a che fare con il candidato presidenziale che decide López Obrador, perché è già passato il tempo per candidarsi e costruire una candidatura competitiva che entusiasmi gli elettori, senza tener conto di quello del problema più grave per quanto riguarda la legittimità democratica di candidature a così importanti incarichi elettivi è che queste decisioni sono state storicamente prese dalla dirigenza, senza l’effettiva partecipazione non solo degli attivisti di partito, ma anche della politica sociale in generale. Le circostanze politiche in cui viviamo oggi richiedono anche nuove forme democratiche di legittimazione, soprattutto se l’opposizione vuole avere una possibilità contro intenzioni autoritarie.

Naturalmente, la società civile deve contribuire in larga misura attraverso la sua partecipazione attiva a questo processo, fermo restando che i partiti politici sono costituzionalmente chiamati a contribuire alla formazione della volontà politica del popolo. Come afferma il grande politologo tedesco dell’Università di Bielefeld Claus Offe, questa volontà popolare è forgiata dai partiti, creano e sono obbligati a creare il rapporto che lega società e politica e a mantenere un rapporto interno tra le situazioni società e base della volontà politica.

Il grande professore italiano Norberto Bobbio affermò nella rivista che chi per anni ha predicato la lotta contro i partiti, in realtà ha sconfessato i partiti tradizionali solo per dar vita al proprio partito in sostituzione dei precedenti. E abbiamo molti esempi.

Merita quindi particolare attenzione il fenomeno del passaggio dal voto per il partito al voto per la persona, in quanto sostenuto dall’art mediocritàè emersa l’idea di personalizzare la politica, che mostra più i volti che le idee dei candidati e il programma dei loro partiti o le alleanze che formano, e, poiché questi media richiedono risposte brevi, preferiscono che il ragionamento, l’accusa , o infamia rispetto alla spiegazione della propria proposta di governo per parlare di argomenti che realmente interessano e riguardano le persone, non di quelli che suscitano la loro curiosità.

Nella lotta per la democrazia e contro la restaurazione autoritaria, le idee contano, perché si vuole governare e come ampi gruppi della società civile hanno concordato sui beni democratici desiderabili da raggiungere. Come suggerisce Seymour Martin Lipset in Political Sociology, la legittimità dei sistemi politici democratici contemporanei dipende in gran parte da come sono state risolte le questioni chiave che hanno diviso storicamente la società. La stabilità di ogni democrazia dipende non solo dallo sviluppo economico, ma anche dall’efficacia e dalla legittimità del suo sistema politico. L’efficacia si riflette nel funzionamento effettivo, cioè nella misura in cui il sistema svolge le funzioni di base del governo. La legittimità si riferisce alla capacità del sistema di generare e mantenere la convinzione che le attuali istituzioni politiche siano le più appropriate per la società. Così, la fiducia nelle istituzioni e negli attori politici diventa più una questione di semantica che di fede. Il dizionario della lingua spagnola della Royal Academy definisce la fiducia come segue:Si dicono cose che hanno le qualità raccomandate per lo scopo a cui sono destinate.”.

Il significato delle elezioni e delle decisioni democratiche si riferisce piuttosto alla giustificazione e all’importanza che ha il suffragio universale nel nostro tempo, segnato dallo scetticismo nei confronti della democrazia, dei partiti e dei politici. Finché non concepiamo nuove modalità di partecipazione popolare e di integrazione delle decisioni collettive, non possiamo fare a meno dell’esistenza di una democrazia partitica costituzionale che, sebbene imperfetta e con gravi colpe e malformazioni, è per il momento l’unica via fuori che noi cittadini dobbiamo proteggerci dall’autoritarismo.

Ecco perché, per ottenere un governo stabile, ci sarà sempre – dietro al candidato – un grande partito a vocazione maggioritaria, o una coalizione o alleanza di questi, che alla fine forma il governo, e garantisce il rendimento politico del suo candidato quando arriva a governare. , sulla base dei suoi statuti, della sua piattaforma, dei suoi principi e del suo programma di governo, poiché questo agglomerato di cittadini che è il partito politico o un’alleanza di questi – come lo definisce così eloquentemente Bobbio – rappresenta l’opposto del partito personale, il gioco degli interessi particolari e rappresenta anche, in breve, l’opposto del principio della quintessenza dello Stato totalitario, che si è ispirato al proclama: “un capo, un popolo”.

Drina Piccio

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