Le prime due partite delle amichevoli di novembre di sabato scorso hanno dato il tono. Mentre la tensione volgeva al termine, gli scozzesi hanno perso (15-16) dopo che il loro primo, Blair Kinghorn, non è riuscito a eseguire un rigore nel suo campo a due minuti dalla fine, dando al gioco alcuni colpi di scena. Da parte loro, i giapponesi hanno fatto bene contro gli All Blacks (31-38). Una minuscola differenza di sette punti, che mostra il costante progresso dei giapponesi e il pareggio delle squadre internazionali.
Ci saranno altri 29 incontri durante il tour autunnale, che durerà per le prossime quattro settimane (5-26 novembre). A meno di un anno dall’inizio dei Mondiali (8 settembre – 28 ottobre 2023) permetteranno alla rosa di competere in prima persona, ai sostituti di trovare un posto e magari battere i record. Torniamo alle cinque sfide di questo tour.
1. Il primo posto nella classifica mondiale
Mentre il primo posto nella classifica mondiale di rugby è stato a lungo monopolizzato da Nuova Zelanda e Sud Africa, il trono è stato ceduto in diverse occasioni ai nuovi arrivati nel 2022. L’Irlanda, attualmente il leader, e la Francia (2a) hanno questo posto quest’anno, ad es. B. realizza la seconda volta nella sua storia per gli irlandesi, la prima per i Blues.
Se la classifica rimane simbolica, indica comunque un trend e testimonia la buona forma del leader. Stretto al momento, la classifica potrebbe svilupparsi in diversi modi a partire dalla prossima settimana. Il trono dovrebbe probabilmente essere giocato tra Irlanda, Francia e Sud Africa.
2. Chiude l’anno imbattuto per Les Bleus
Il XV di Francia non vuole fermarsi. Con uno slancio già aumentato nel 2020 e nel 2021, soprattutto con un tour autunnale completo (3 vittorie in 3 partite di cui una prestigiosa contro la Nuova Zelanda) un anno fa, i Blues hanno vinto il loro decimo Grande Slam quest’anno. Il round pulito è proseguito con due vittorie in altrettante partite quest’estate in Giappone per estendere la serie di vittorie consecutive a 10 consecutive, un record. Anche la squadra di Fabien Galthié potrebbe realizzare qualcosa di importante questo autunno: completare un anno solare senza sconfitte.
Quell’estate in Giappone, i Blues vinsero la loro serie. Rimangono imbattuti quest’anno. (A. Mounic/La squadra)
Per farlo, devono giocare contro l’Australia (sabato, 17, 21), il Sud Africa (sabato, 12, 21), l’unica grande squadra che i Blues non hanno ancora affrontato e quindi sono stati battuti da Galthié, e il Giappone (domenica , 20, 15:15).
3. Il Galles ha bisogno di rassicurazioni
Eppure, i gallesi, che hanno dominato a pieno le vincitrici del Sei Nazioni 2021 (sconfitti in modo estremo solo dalla Francia), hanno sopportato un tour dell’autunno 2021 mediocre (umiliati dai neri in casa (16-54), poi battuti dal Sud Africa Sud (18 -23)), un indimenticabile Torneo Sei Nazioni del 2022 (5°, per una vittoria solitaria e una sconfitta a sorpresa contro l’Italia a Cardiff) e un Tour estivo 2022 poco brillante (1V, 2P contro il Sud Africa).
Per riprendersi un anno prima del Mondiale in Francia, gli uomini di Wayne Pivac devono fare bella figura contro la Nuova Zelanda, che non battono da quasi 70 anni, Argentina, Georgia e Australia.
Lo scorso marzo i gallesi sono stati sorpresi in casa dall’Italia nel Torneo Sei Nazioni. (R. Byrne/Stampa sportiva)
4. Nuova Zelanda in ripresa
Finora è stato un anno difficile per gli All Blacks. Battuto in casa contro l’Irlanda (V1 S2) per la prima volta nella loro storia quell’estate, ha perso di nuovo contro l’Argentina (18-25) poche settimane dopo. Tre sconfitte casalinghe di fila, la prima nella loro storia.
Da allora, gli uomini della terra della lunga nuvola bianca hanno più o meno sistemato le cose, vincendo tre campionati di rugby vinti e vincendo in Giappone la scorsa settimana nonostante un hung match. I loro risultati nelle prossime settimane (contro Galles, Scozia e Inghilterra) serviranno da punto di riferimento: i neri sono buoni per il recupero? O sono decisamente bloccati di fronte a nazioni europee più pesantemente armate di prima?
5. I sostituti hanno la loro possibilità
Molti giocatori più anziani della loro selezione salteranno i prossimi incontri. In Scozia, i due principali protagonisti di The Thistle’s XV hanno perso influenza nell’ultimo decennio. Stuart Hogg, ultimo con 95 presenze, ha visto il suo capitano sfidato da Jamie Ritchie. L’apertura Finn Russell non è stata nemmeno scelta da Gregor Townsend. È stato Blair Kinghorn, che era infelice la scorsa settimana, a essere stato prescelto al posto suo.
Stuart Hogg (a sinistra) e Finn Russell (a destra), due allenatori del Thistle XV negli ultimi anni, hanno visto la loro influenza svanire in Scozia. (R. Byrne/Stampa sportiva)
Altrove sono ammesse le assenze (su una o più partite) di Sam Cane e Brodie Retallick (Nuova Zelanda), Owen Farrell (Inghilterra), Dan Biggar (Galles), Juan Imhoff (Argentina), James Lowe e Keith Earls (Irlanda). nuovi giocatori per farsi avanti e brillare un anno prima della Coppa del Mondo.
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