Raggiunge il 22% nei sondaggi, quindi attualmente è il primo partito a votare Italiano. Questa la festa “Fratelli d’Italia” (Fratelli d’Italia) che tiene il suo programma incontro a Milano con quattromila partecipanti.
I Fratelli d’Italia sono una forza superconservatrice che porta ancora nel loro simbolo la fiamma fascista che bruciano nostalgicamente nella tomba del dittatore Benito Mussolini. Il leader del partito, Georgia Melloni, era un ex ministro della nuova generazione nel governo Berlusconi e ora vuole guidare tutte le forze conservatrici.
Il punto è che secondo molti analisti le sue posizioni restano motivo di preoccupazione: critica costantemente l’Unione europea e chiede rigide restrizioni alla presenza degli immigrati.
Prima lodava Putin, ora è filo-ucraino. Esorta Draghi a “riacquistare la credibilità finita nel magazzino, rispolverarlo e lavorare per cambiare le priorità del Piano nazionale per la ripresa e la sostenibilità”.
Non condanni il fascismo
Melloni e il suo partito stanno dicendo alla Lega, e ovviamente a Berlusconi, che d’ora in poi rivendicheranno la leadership del fronte conservatore perché i loro sondaggi lo consentono: la Lega è al 15 per cento delle intenzioni di voto e Forza Italia all’8 per cento.
Tuttavia, i Fratelli d’Italia continuano a non condannare esplicitamente il fascismo, ripetendo che si tratta semplicemente di un periodo storico diverso. Per non perdere spazio politico, come sembra ad alcune voci di estrema destra.
E se i fratelli italiani vincessero le elezioni?
Le votazioni sono previste per il 12 giugno per le elezioni amministrative e tra meno di un anno per le elezioni generali. La grande domanda è se questo partito emerge davvero come la prima forza politica, fino a che punto l’atteggiamento e la politica generale dell’Italia possono cambiare all’interno dell’Unione Europea?
Formare un’altra ampia coalizione di governo è difficile poiché la fazione rivale di centrosinistra è sempre più indebolita dall’inesorabile traiettoria discendente dei Cinque Stelle, i nuovi alleati del Partito Democratico progressista.
Domande e domande a cui non è facile rispondere in questa fase. Quello che è chiaro, però, è che, dopo la Francia, l’interesse dell’Europa, con tutte le sue preoccupazioni, è ora rivolto all’Italia.
Fonte: Onda tedesca / Theodoros Andreadis Siggelakis, Roma
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