La Serie A femminile cambia l’epoca

Il passaggio alla professionalità permette di porre domande importanti al giusto livello”, afferma l’Afp Sara Gama, capitano della Juventus Torino, la squadra che da cinque anni surclassa il campionato.

Nel 2019, dopo un Mondiale di successo per la selezione italiana, i quarti di finale hanno scoperto il Paese “che nessuna atleta in Italia era una professionista”ricorda il capitano delle Azzurre, che è anche vicepresidente dell’associazione calciatori.

Da allora, aggiunge “Abbiamo lavorato molto” per riuscire in questo passaggio alla professionalità, in vigore dal 1° luglio.

La sua Juventus inizia sabato a Como questa storica stagione del calcio femminile, il primo sport femminile a raggiungere questo status nella penisola, anche se ha meno praticanti e genera meno ricavi della pallavolo.

Palcoscenico importante per il Calcio femminile (circa 30.000 tesserati), lungi dal giocare ruoli da protagonista in Europa, sia nel club che nella selezione: la Nazionale è stata eliminata al 1° turno degli Europei di luglio, che con uno schiaffo è stato avviato contro la Francia (1-5).

Passa “un corso”

Sii “professionale”.aiuta a chiarire lo status e i diritti dei giocatori per i quali il calcio era infatti già un’attività professionale remunerata sotto forma di indennità. Soprattutto in relazione ai contributi alla vecchiaia, all’assicurazione in caso di infortuni durante, ma soprattutto dopo, la carriera o durante la maternità.

“Avevamo una copertura parziale della maternità, ma ora, come tutte le lavoratrici in Italia, avremo una copertura completa”, spiega Gama, 33 anni, una delle poche italiane ad aver già sperimentato la professionalità alla Paris-SG (2013-2015).

Sono molto felice che l’Italia sia finitaci porterà molto in molti modi”, ha confermato a giugno il portiere di Francia e Juventus Pauline Peyraud-Magnin all’AFP.

Questo statuto prevede uno stipendio minimo annuo di 26.000 euro annui (e stappato come prima), schierato con la Serie C maschile (3a divisione). Sapendo che lo stipendio medio annuo di un giocatore di Serie A è stato finora di circa 18.000 euro, contro i 100.000 circa di un pallavolista d’élite, secondo uno studio condotto a luglio da Banca Ifis per l’Osservatorio del Sistema Sportivo.

Meno squadre

Per i club, questo nuovo accordo comporta nuovi obblighi, oltre agli stipendi, il pagamento dei contributi previdenziali, il deposito di 80mila euro e la necessità di avere uno stadio con almeno 500 posti a sedere.

Niente di inaccessibile ai più grandi club come loro giovanileIO’AS RomaIO’AC Milan o ilInter Milan. Ma per altri è più problematico: l’Empoli, 9° la scorsa stagione, ha preferito cedere la licenza al Parma.

I costi annuali per i club dovrebbero aumentare del 60-80%, calcola Banca Ifis nel loro studio.

“Questo è un passo importante per il calcio femminilema sono un po’ preoccupato perché non vedo un progetto di sviluppo globale in termini di marketing e sponsorizzazioni”, ha detto la pioniera Carolina Morace, 58 anni, 153 presenze per la squadra italiana.

Nei primi tre anni, questi costi saranno compensati in particolare da aiuti di Stato. “Ma dopo? Serve un progetto a 360 gradi», aggiunge l’uomo che ora è consulente Rai.

Nel tentativo di aumentare l’interesse per la Serie A, l’associazione ha ribaltato la formula del campionato, riducendola a dieci squadre anziché dodici. Dopo una tappa regolare, i primi cinque si contendono il titolo incontrandosi di nuovo in uno “Scudetto Chicken”.

Anche se ci saranno meno squadre, ci saranno più partiteHa detto Ludovica Mantovani, patron del calcio femminile della FA italiana, sperando di “soddisfare le diverse esigenze di tifosi, media e sponsor”.

Casimiro Napolitani

"Comunicatore. Studioso professionista del caffè. Fanatico della cultura pop esasperante e umile. Studente devoto. Amichevole drogato di social media."