L’amore è un tempo senza tempo: Alessandro Baricco ha commosso il Teatro Colón solo con una sedia, appunti e una storia enorme

Alessandro Baricco con il suo traduttore, al Teatro Colón. (Teatro Colon, Arnaldo Colombaroli)

L’amore è l’unica forza capace di chiudere la ferita del tempo. In un’epoca di relazioni tenui, un’idea come questa aggiunge una carica epica alla vita, è quasi un’idea rivoluzionaria. Il tema dell’amore e del tempo è stato l’asse della bella conferenza che ha tenuto Alessandro Barico ieri nel Teatro Colón. L’arredamento non avrebbe potuto essere migliore: il grande teatro dell’eccesso romantico accentuava ogni frase.

barico è uno scrittore e, come tale, comprende che la letteratura non ammette moralità; il fatto artistico è un mistero che si esaurisce. barico Non ha insegnato nulla: non ha sviluppato né tesi né logica. Fatto –appena ha fatto – il miracolo di offrire ai partecipanti un’esperienza poetica.

Alle otto di sera, con una sala quasi piena che lo applaudiva follemente, baricoVestito con una camicia blu a maniche corte e jeans scuri, sedeva a un lungo tavolo bianco con una tavoletta, una brocca d’acqua e alcuni appunti. Più avanti, a circa tre o quattro metri, c’era il traduttore vestito interamente di nero. Una sceneggiatura ridotta al minimo che sembrava affermare fin dall’inizio che il protagonista sarebbe stato la parola. Quindi era così. Per un’ora e mezza, in un italiano impeccabile che non aveva quasi bisogno di essere tradotto, barico Ci ha portato in un viaggio mitico.

Alessandro Baricco al Teatro Colon.  (Teatro Colon, Arnaldo Colombaroli)
Alessandro Baricco al Teatro Colon. (Teatro Colon, Arnaldo Colombaroli)

L’incantesimo potrebbe essere stato rotto da un problema di amplificazione; di alcuni settori, ci sono state denunce perché non è stato ascoltato —Ma il Colón non aveva la migliore acustica del mondo?– e dall’inconcepibile incapacità di alcune persone di mettere a tacere i loro telefoni. Ma dopo questi shock, l’incantesimo era completo. Come un ex bardo davanti a un pubblico stupito, Baricco ha fatto quello che gli riesce meglio: ha raccontato storie.

Ha iniziato con due eventi apparentemente non correlati con i quali ha rapidamente trovato una connessione. Due anni dopo il rivoluzione francese, Luigi XVil re caduto che era ancora imprigionato nel Palazzo di Versailles, tentò una fuga che, per il suo carattere spettacolare e goffo, si rivelò infruttuosa. Volevo scappare svizzero, ma il giorno dopo era già stato ritrovato. La cosa interessante per barico È così che il Paese ha ricevuto la notizia: nelle aree più remote di Parigi, nei territori più impervi, lo scoprirono quasi una settimana dopo, quando il re era già tornato nella sua cella di vetro. La Rivoluzione, spiegò, si era astenuta dall’ucciderlo perché la società si era organizzata attorno a lui e preferivano preservare questa rete di relazioni. Dove arrivava la notizia della fuga, poi, c’era il caos. Ma allo stesso tempo, a poche centinaia di chilometri di distanza, hanno continuato a vivere nell’ordine precedente, come se nulla fosse accaduto. In un altro tempo, finché non arriva la notizia.

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Qualcosa del genere è successo con Leone Tolstoj, Che cosa a 82 anni se ne andò di casa. Partì prima a piedi e poi in treno, ma a un certo punto si sentì male e dovette interrompere il volo e passare la notte in un paesino, che lo accolse sotto shock. Migliaia di persone sono andate lì, come in una processione. E quando finalmente nella storia Tolstoj lui è morto, barico Ha sottolineato che il tempo necessario perché le notizie passino da chi è davanti a chi è dietro ha lo stesso effetto, come se stessero giocando a un gioco di puzzle. frattali– Quello Luigi XV. Un tempo sovrapposto in cui l’uno per l’altro Tolstoj era vivo e morto.

“L’ora esatta è solo negli orologi”, dice, “gli uomini sono in ritardo o in anticipo, ma mai in orario”. Tranne, ovviamente, quando appare l’amore.

Ennio Flaianolo sceneggiatore di Federico Felini in Dolce Vita, ha affermato che la caratteristica più notevole dei capolavori è che sembravano facili da realizzare. Il trucco di Baricco — e diciamolo una volta: lo scambio con il traduttore — è stato uno spettacolo immenso che nella sua semplicità si rivela in tutto il suo spessore di opera d’arte.

Dietro una scrivania, parlando – solo parlando! – supportato da uno schermo che usava poco, barico offuscati i confini del tempo e dello spazio. Quello che colpisce è che ha preso tre esempi che fanno parte di una cultura quasi popolare: come se gli importasse che nessuno venga lasciato indietro.

sto parlando di Fiorentino ArizzaFermina Dazai protagonisti di L’amore ai tempi del coleradi Gabriel García Marquezsto parlando di RomeoGiuliettae ha parlato, ovviamente, di Ulises Penelope. Quello dell’amore è un tempo senza tempo: ecco perché tutti e tre — l’amore che persevera, l’amore che è fiamma incandescente, l’amore che attende — sono forme dell’eternità.

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E ‘probabile che barico Ha parlato d’amore per riferirsi, appunto, all’esperienza poetica. Per Baricco tutto è poesia: persino una mappa della Francia che indica quanti giorni ci vogliono per avere la notizia della fuga di Luigi XVI. Il tempo dell’amore è il tempo della poesia. Come non capirlo così. barico Non ha detto: un poeta non spiega i suoi trucchi. Forse perché neanche lui li conosce.

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Drina Piccio

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