L’appello al boicottaggio della pasta ha dato i suoi frutti

Questo è ciò che si potrebbe definire uno sciopero efficace. A fine giugno l’Associazione per la tutela dei consumatori italiani ha convocato Assoutenti Boicottare la pasta Supermercato per una settimana per mettere sotto pressione i rivenditori accusati di sfruttare l’inflazione per aumentare i propri margini. Alla fine gli è bastato un giorno solo per piegare i supermercati.

Fin dal primo giorno di questo grande movimento di sciopero, Assoutenti ha annunciato che, secondo l’Istat, “i prezzi della pasta a livello nazionale sono diminuiti in modo significativo”.

L’associazione si compiace inoltre che “la minaccia di scioperi abbia contribuito ad abbassare i prezzi sotto i 2 euro al chilo”. “In alcuni casi si può osservare un calo di oltre 20 centesimi”, afferma felice Assoutenti.

L’inflazione colpisce anche l’Italia

Che siano penne, fusilli o spaghetti, gli italiani sono i maggiori consumatori di pasta con un consumo medio annuo di 23 chilogrammi per abitante.

Un prodotto di prima necessità il cui prezzo è salito alle stelle da un anno – Assoutenti si rammarica di un aumento del prezzo del 17% in un anno – senza che la sola inflazione ne spieghi la causa.

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Gli italiani, duramente colpiti dall’inflazione, ora combattono l’aumento dei prezzi di frutta e verdura e sperano nello stesso successo.

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Casimiro Napolitani

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