L’azienda italiana è pronta a pagare 20 milioni di euro per il rilascio del gas russo

La compagnia petrolifera italiana Eni ha annunciato di essere pronta a pagare una garanzia di 20 milioni di euro per rilasciare la fornitura interrotta di gas russo all’Italia attraverso l’Austria, che Gazprom aveva precedentemente annunciato.

Gazprom ha annunciato sabato la sospensione totale delle consegne di gas a Eni, adducendo come motivazione l’impossibilità di trasportare questa energia attraverso l’Austria, a causa dell’entrata in vigore delle nuove normative il 1° ottobre.

“Il blocco è stato causato dal fatto che Gazprom doveva fornire una garanzia finanziaria per il passaggio del gas per il vettore che trasporta il gas dall’Austria all’Italia, che prima non esisteva e che Gazprom non ha pagato”, amministratore delegato di Eni Claudio disse Descalci.

“Ora vedremo se possiamo riprenderlo e pagare al vettore austriaco una garanzia di 20 milioni di euro invece di Gazprom”, ha detto e ha espresso la speranza che il problema possa essere risolto questa settimana.

Descalci ha detto che il blocco non è stato causato da ragioni geopolitiche ed è sbagliato credere che un’azienda che vuole pagare in rubli possa fornire garanzie in euro per il passaggio delle merci. La maggior parte del gas consegnato all’Italia passa attraverso l’Ucraina, attraverso il gasdotto TAG che raggiunge Tarvizio, nel nord del Paese, al confine con l’Austria.

Descalci ha affermato che prima della chiusura, l’Italia riceveva circa 20 milioni di metri cubi di gas russo al giorno, ovvero dal 9 al 10% circa delle importazioni italiane di gas, rispetto al 40% prima dell’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina a febbraio.

A fine settembre l’Italia ha raggiunto il 90% dell’obiettivo di stoccaggio del gas ed è in corso un nuovo riempimento, ha affermato ieri il ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani.

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Arduino Genovese

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