L’Italia è pronta a lasciare la nuova Via della Seta cinese

ROMA. “Una decisione mostruosa, frutto di un’improvvisazione” è stata presa da Italia aderendo all’iniziativa commerciale cinese One Belt, One Road (BRI), ha detto ieri il ministro della Difesa italiano Guido Crosettoil quale ha sottolineato che il nuova Via della Seta non ha stimolato le esportazioni italiane e ha avuto successo Pechino l’unico vincitore dell’affare.

La Cina ha sostenuto in passato che la sua iniziativa commerciale ha “dato i suoi frutti” per entrambi i paesi. L’Italia è diventata la prima economia del G7 ad aderire alla BRI nel 2019, una mossa criticata dagli alleati occidentali di Roma.

Il programma di investimenti globali mira a collegare la Cina con l’Europa e oltre e a rivitalizzare l’antica via commerciale della Via della Seta. In base alla Carta e ai sottoaccordi della BRI, la Cina offre prestiti e finanziamenti per importanti progetti infrastrutturali in tutto il mondo per espandere le attività di esportazione di Pechino.

I critici del programma lo definiscono uno strumento per diffondere l’influenza cinese. Gli Stati Uniti e l’UE hanno espresso forti preoccupazioni quando Roma ha annunciato la sua decisione di entrare a far parte della BRI.

In un’intervista al Corriere della Sera, Croceto afferma: “La decisione di entrare nella nuova Via della Seta è stata il risultato di un’improvvisazione e di un atto mostruoso che ha aumentato le esportazioni cinesi verso l’Italia senza alcun corrispondente beneficio per i prodotti italiani in Cina”. . Il ministro italiano ha aggiunto che l’Italia deve ora trovare un modo per recedere dall’accordo senza interrompere le sue relazioni con Pechino.

“Oggi si tratta di come possiamo ridimensionare la BRI senza danneggiare le relazioni con Pechino, quando la Cina è il nostro concorrente ma allo stesso tempo il nostro partner commerciale”, ha sottolineato Croceto nella sua intervista. Mentre Pechino diventa sempre più assertiva sulla scena internazionale, il ministro della Difesa italiano sottolinea che l’Italia deve trovare un modo per cedere “senza innescare una catastrofe”.

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Davanti c’era la Meloni

La prospettiva del ritiro dell’Italia dalla BRI è stata discussa per la prima volta a maggio dal Primo Ministro italiano Giorgia Meloni. L’accordo tra Italia e Cina sarà automaticamente prorogato nel marzo 2024 a meno che Roma non presenti una richiesta formale di sospensione entro dicembre di quest’anno, ha detto Meloni giovedì a margine del suo incontro con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden alla Casa Bianca.

Il ministero degli Esteri cinese ha annunciato il mese scorso che “Cina e Italia dovrebbero esplorare strade per una cooperazione ancora più stretta nell’ambito della BRI”. Pechino aveva già lanciato una campagna diplomatica da maggio con una serie di visite di alti funzionari a Roma per convincere Roma a farlo. rimanere nella BRI.

Giacinta Lettiere

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