Lo straordinario Jannik Sinner riceve la “meritata” consacrazione

Lo sport italiano non credeva più davvero alle favole quando si trattava di tennis maschile. Nessun giocatore ha vinto un titolo del Grande Slam dai tempi di Adriano Panatta al Roland-Garros nel 1976. Questa storia di sconfitte, che renderebbe il tennis francese quasi competitivo, è stata ridotta in macerie proprio per grazia di Jannik Sinner. All’età di 22 anni, è riuscito a sconfiggere in semifinale il numero uno del mondo Novak Djokovic, il boss assoluto a Melbourne dall’inizio dei tempi. Ma dopo due round disastrosi nella finale contro Daniil Medvedev (3-6, 3-6), stavamo per passare a raccontarvi la storia già vista di un debuttante sbalordito dalla posta in gioco della sua prima finale major. Considerando un giocatore di 27 anni che ha esperienza in incontri del genere (un’incoronazione agli US Open 2021 e ora altre cinque finali importanti), lo scenario aveva senso, soprattutto se sei di San Candido.

Ma il numero 4 del mondo ha completamente ribaltato questo finale da incubo, a scapito di una notevole resistenza in una serie di scambi, di una maggiore iniziativa di gioco e grazie ad una freschezza che ha mantenuto fino ad allora attraverso una corsa quasi perfetta (ha perso solo un set contro il numero 4 del mondo). Djoker durante le due settimane e quasi sei ore in meno in campo rispetto a Medvedev). Ha completato la sua follia con un potente dritto lungolinea che ha lasciato il russo a tre metri di distanza rimontata e il suo sogno di consacrazione in un torneo del Grande Slam (3-6, 3-6, 6-4, 6-4, 6-3).

“È un torneo enorme per me”, ha commentato con tono pratico la persona nella Rod Laver Arena, pochi minuti dopo questo entusiasmante/straordinario successo in 3:44 ore. Il numero 4 del mondo, che resterà in questo posto dopo questo Australian Open, ancora dietro Djokovic, Alcaraz e Medvedev, sa quanto sia stato prezioso sbloccare il suo banco in una nuova era del tennis, mentre Melbourne questa domenica le sue prime finali senza Djokovic, Nadal o Federer nello spettacolo… dal 2005!

Congratulazioni da Carlos Alcaraz

Mi rivolgo a lui equipaggioJannik Sinner si è poi confidato con un ampio sorriso (il primo della giornata in pubblico): “Grazie per avermi sostenuto e compreso, a volte non è facile”. Sono ancora un po’ giovane, è così che va.” Eppure giovane, ma già tanto maturo quando si tratta di lottare per i punti decisivi, soprattutto in un quarto turno serratissimo (56 minuti di braccio di ferro) contro l’eroico Daniil Medvedev fino alla fine.

La popolarità di Jannik Sinner in pista è decisamente evidente. Carlos Alcaraz si è subito congratulato sul social network X: “Sono così felice per te, Jannik. Meriti questo titolo più di chiunque altro, goditi questo momento.” È semplice: il suo profilo di genero ideale ha fatto sì che Daniil Medvedev giocasse onestamente per tutta la finale, l’esatto opposto dell’atmosfera elettrica che circondava la sua metà campo contro Zverev. Nonostante sia devastato da un’altra pesante sconfitta nella finale di Melbourne dopo essere stato in vantaggio per 2 set a 0 (come contro Rafael Nadal nel 2022), il russo è andato a salutare calorosamente il suo tormentatore di giornata. E questo prima di infilarsi nel microfono: “Ti meriti questo titolo e probabilmente non sarà il tuo ultimo Grande Slam”.

Possiamo crederci facilmente considerando gli enormi progressi che il ragazzo ha fatto stagione dopo stagione. Il campione italiano di sci alpino giovanile nel 2008 (poi vicecampione italiano nello slalom gigante nel 2012) ha voluto ringraziare questa domenica la sua famiglia: “Auguro a tutti di avere genitori come i miei”. Fare. Quando ero più giovane potevo praticare altri sport e i miei genitori non mi hanno mai fatto pressione. Voglio che questa libertà sia possibile per tutti i bambini.” Un discorso che ha senso nel mondo del tennis, come ci ricorda il percorso fallito dell’ex grande francese Rayane Roumane, pubblicato giovedì In Il gruppo. Sembra che tutto vada bene qui nella carriera/ambiente di Jannik Sinner, e la sua devozione a Melbourne sembra quasi ovvia.

Casimiro Napolitani

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